Oscar De Summa è un ottimo attore e narratore, ma è anche un autore, che continua a interrogarsi sulla condizione propria e delle diverse generazioni, e su cosa si debba raccontare a teatro coinvolgendo il pubblico in prima persona. La sua Trilogia della provincia è un percorso che resta ben nella memoria di chi ne è stato spettatore. È su quel filone che va a posizionarsi anche la sua ultima creazione, Soul music – Dal lato opposto (appena passato al Teatro Quarticciolo, ora in tour), anche se l’ambientazione nella Puglia suburbana non impedisce di riferirlo a qualsiasi realtà giovanile urbana di qualche anno fa. Sembrano poco metropolitani (ma sono invece assai universali) quei ragazzi angosciati e repressi da studi faticosi, famiglie invadenti e padri persecutori in motorino (personaggio bello e scolpito che si limita a menare, quasi senza parlare), come note e condivisibili sono le insofferenze dei ragazzi convogliate verso una musica «dura», capace di unire fino a farli fraternizzare dopo l’antipatia reciproca iniziale.

È LA FORZA, come dice il titolo, della soul music, intesa non solo come genere ma letteralmente anche come rara possibilità personale di esprimersi liberamente, tanto quanto socialmente represso. Tra le intese complici e gli scazzi improvvisi di quei ragazzi ci porta De Summa, rivelandosi anche buon cantante e musicista, fino al diapason raggiunto con l’identificazione del cantante del gruppo, che ne segnerà al contempo la fine. Racconto bello e vissuto, godibile con tutta l’amarezza del caso.