A lezione di storia da Frank Sponitz, showrunner di punta della serialità americana con tre Golden Globe al suo attivo e un curriculum che da X Files arriva a The Man in the High Castle. Sponitz è l’uomo che cura il costoso progetto – sinergia tra la Lux Vide degli eredi Bernabei e la Rai – dedicato ai Medici, giunto alla seconda stagione – quattro prime serate al via il 23 ottobre su Rai1 con un’anteprima il 16 su Raiplay – e una terza già in lavorazione pronta nel 2019.
«Come si intraprende una scrittura di questo tipo? – risponde il produttore – innanzitutto non bisogna prendere posizioni politiche, perché altrimenti si diminuisce il potere della storia. Ciò che facciamo è affrontare interessanti dilemmi e punti di vista che questi personaggi si trovano di fronte».

Anche a costo di libertà e ‘falsi storici’ aggiungiamo noi, come accaduto nella prima stagione con l’assassinio di Giovanni De Medici (Dustin Hoffman), un escamotage per rendere la serie più ricca di intrighi quando in realtà il capostipite della famiglia di banchieri fiorentini era morto per cause naturali. «Non ci sarà un altro caso-Giovanni – tranquillizza Sponitz – però se dovessimo raccontare la storia accuratamente servirebbero non 8 episodi ma 80. Dobbiamo filtrare tutto, raccontare l’essenziale».
Il secondo capitolo dei Medici prende il via vent’anni dopo la fine della prima stagione. Siamo nel 1469 e sono Piero (Julian Sands) e Lucrezia (Sarah Parish) a guidare la famiglia, sarà però Lorenzo (Daniel Sharman) a prendere le redini della banca dopo aver scoperto la mala gestione del padre scampato fortunosamente a un attentato – di cui la famiglia accusa Jacopo Pazzi (Sean Bean, volto del Trono di Spade), fino al sanguinoso gran finale della Congiura dei Pazzi.

Grandi battaglie – l’epico scontro con il saccheggio di Volterra, e set distribuiti tra Firenze, Montepulciano, Pienza con trasferte a Viterbo, Roma e Mantova. 25 milioni investiti, 100 paesi in cui I Medici sono stati già venduti, molta cura nei costumi, scenografie e ovviamente un avvenente cast. Quindi dimenticatevi l’immagine che di Lorenzo e del suo casato ci hanno tramandato libri di storia e i dipinti del Botticelli, nasi adunchi, volti gonfi e parrucche: qui è il trionfo del glamour con Daniel Sherman/Lorenzo e il «fratello» Lorenzo/Bradley James presi d’assalto dalle fan all’uscita del cinema fiorentino dove è stata presentata la serie, mentre Alessandra Mastronardi si cala nei panni di Lucrezia Donati, la celebre pittrice e esperta d’arte diventata l’amante di Lorenzo.

Donne forti – l’eco di #MeToo è arrivata anche qui – ergo spazio alla matriarca Lucrezia che sorregge la famiglia e il timoroso consorte Pietro, la moglie di Lorenzo Clarice Orsini (Synnove Karslen) e la sorella ribelle Bianca (Aurora Ruffino). «La nostra sfida – chiosa Sponitz – è rendere interessante a un pubblico moderno una storia di quattrocento anni fa. Provando a rispondere all’interrogativo: qual è il valore dell’arte e quello della bellezza?». Il Rinascimento ‘tira’ anche in tv, Matilde Bernabei garantisce per il prossimo futuro: «Altre fiction che ne raccontano la grandezza culturale e il coraggio imprenditoriale»