«È un insulto ai valori antifascisti e antirazzisti dell’Università e del Paese. Chiediamo a tutte le Università e alla comunità accademica di prendere posizione e bandire tutte le organizzazioni neofasciste dai luoghi della formazione». L’appello è di Camilla Guarino, del coordinamento universitario Link Coordinamento Universitario. L’«insulto» è quello che succederà oggi alle 11 alla Sapienza di Roma, salvo ripensamenti dell’ultima ora, che al momento però non sono ipotizzabili.
In occasione dell’apertura dell’anno accademico l’Ateneo consegnerà la laurea honoris causa alla senatrice Liliana Segre, sopravvissuta all’Olocausto e sotto scorta dal novembre scorso per aver ricevuto gravissime e ripetute minacce antisemite. Il conferimento avverrà alla presenza del capo dello stato Mattarella, della presidente del senato Casellati e della vicepresidente della camera Mara Carfagna, oltreché delle autorità accademiche.
Ma l’occasione rischia di essere stonata dalla scelta, avallata dal rettore Eugenio Gaudio, di far parlare in rappresentanza degli studenti Valerio Cerracchio, esponente dell’associazione Generazione Popolare, appartenente alla galassia neofascista. Nel dubbio, basta farsi un giro sul profilo facebook della formazione.

Una scelta a dir poco inopportuna. Che la Sapienza motiva con la rotazione dei rappresentanti dei dipartimenti: stavolta è toccato a Ingegneria, dove la lista più votata è quella di Cerracchio. Ma per altri questa versione non sta in piedi: «È una scelta del rettore, altri atenei in occasioni simili fanno parlare il presidente del consiglio degli studenti», spiega Enrico Gulluni, dell’Unione degli universitari, una delle associazioni che in queste ore stanno protestando.

Alcuni media già denunciano la tentata «censura». «Il tema non è che lo studente sia di destra, o che abbia idee diverse da quelle che abbiamo noi», replica Gulluni, «ma l’antifascismo non è un’opinione, non ci possono essere tentennamenti. Chi pratica politiche riconducibili al fascismo non può farsi portavoce della comunità studentesca. Il rettore dovrebbe informarsi del curriculum politico di chi invita sul palco, tanto più accanto a una donna come la senatrice Segre. È anche un affronto contro di lei». Ma a ieri sera la Sapienza non dava notizia di cambi di oratori.

Per stamattina fuori dal rettorato non ci sono appuntamenti di protesta, anche in segno di rispetto verso la senatrice Segre e di condivisione della scelta di aprire l’anno accademico con la sua presenza. Peccato però per lo «scivolone» del rettore. Per questo gli studenti democratici e antifascisti non rinunceranno a sensibilizzare i colleghi sulla presenza delle formazioni neofasciste dentro gli atenei, nel silenzio delle autorità accademiche. È successo il 15 febbraio a Torino, al Campus Einaudi. «Il Fuan ha contestato un convegno organizzato dall’Anpi con ospiti Moni Ovadia e Stojan Spetic», denunciano gli Studenti Indipendenti. «In seguito a un presidio spontaneo di decine di studenti antifascisti, la polizia ha più volte caricato, arrestato quattro studenti e denunciato venti manifestanti», «è inaccettabile che l’università legittimi e protegga organizzazioni neofasciste nei suoi spazi», proprio «in una Torino in cui vengono marchiate le case di ebrei». Ieri in piazza Palazzo di Città si è tenuta una manifestazione contro l’antisemitismo, presente la sindaca Appendino, e le vittime delle scritte intimidatorie, Maria Vigliani e Marcello Segre.