Aiuto! Con la morte del mitico Gianni Manera, figura anomala del nostro cinema, attore, produttore e regista di film totalmente stracult, scomparso a Roma a 73 anni, probabilmente non vedremo mai il suo capolavoro, l’incompiuto Tragedia a New York – Scarpe di cemento, girato ormai una ventina d’anni fa e mai arrivato a una versione finale. Un’opera di ore e ore di pellicola, in parte scomparsa e ricomparsa, più o meno misteriosamente, montata e rimontata dallo stesso Manera in una specie di follia coppoliana. Una balena bianca di serie B, interpretata dallo stesso Manera con. Don Murray e Joe Spinelli, che nessuno può vantarsi di aver visto. Manera ha girato altri tre film, La lunga ombra del lupo (1971), storia di una banda di camice nere in mezzo alla guerra partigiana, il poliziesco Ordine firmato in bianco (1974) e il suo primo poliziesco italo-americano, Cappotto di legno, con un cast che va dal francese Michel Costantin all’americano Fred Williamson. Manera sviluppa nel suo cinema, fortemente ispirato dal Padrino di Coppola, anche se non lo ha mai accettato, una specie di delirio gangsteristico italo-americano che ne fa un oggetto di culto stracultistico ovviamente impossibile da accettare da parte di una critica meno esaltata. Notevoli anche i film da attore di Manera, lo spionistico A Z 3 operazione squalo bianco , gli spaghetti western Sette dollari sul rosso, Crisantemi rossi per una carogna, il comico Due marines e un generale con Franco e Ciccio e perfino nel televisivo Vita di Dante.