È la Sicilia a guidare la triste classifica 2013 dell’abusivismo edilizio nelle aree demaniali costiere. Un delitto ambientale che ha irrimediabilmente sfregiato uno dei più straordinari paesaggi del mediterraneo. In Sicilia sono stati censiti 476 illeciti, 725 persone denunciate e 286 sequestri. Nella regione ci sono sempre state enormi difficoltà ad applicare la legge che prevede l’acquisizione e la successiva demolizione degli immobili. Non è un caso, infatti, se sono ancora in piedi le circa 5 mila case costruite sulla spiagge di Castelvetrano-Selinunte e di Campobello di Mazara (solo una piccola parte delle circa 50 mila stimate su tutte le coste siciliane), le 560 case nella zona di massima tutela della Valle dei Templi, le oltre 400 della Riserva della Foce del Simeto a Catania, i circa 360 immobili di Pizzo Sella, la cosiddetta «collina del disonore» a Palermo, di cui 300 sono scheletri di cemento abbandonati. E a nulla sembra possano servire le proteste degli ambientalisti e i rapporti periodici sul cemento selvaggio.