Dopo American Sniper e Sully, entrambi tratti da delle storie vere – quella del pilota autore del «miracolo sull’Hudson» Chesley Sullenberger e quella del cecchino Chris Kyle – Clint Eastwood girerà un altro film biografico, incentrato sul rapimento della cooperante americana Jessica Buchanan.
Le memorie di Buchanan, scritte insieme al marito Erik Landemalm e ad Anthony Flacco, sono infatti state acquistate dalla Warner Brothers, la casa di produzione di Eastwood, e il sito Hollywood Reporter ha dato la notizia per cui sarebbe proprio quel libro autobiografico la base del prossimo lungometraggio del regista di Gli spietati. La sceneggiatura sarà invece scritta da Brian Helgeland, che con Eastwood aveva già lavorato al film premio Oscar Million Dollar Baby (2003) e a Debito di sangue, dell 2002.

Nel 2011 Jessica Buchanan è stata rapita, insieme una collega, da dei «pirati di terra» in Somalia, al quale le due cooperanti erano state vendute dalla loro guida nel paese. Trasportate nel deserto somalo Buchanan e la collega sono rimaste in mano ai rapitori per 93 giorni, durante i quali Erik Landemalm – il marito di Buchanan – ha cercato di mettersi in contatto con varie agenzie private per organizzare il salvataggio della moglie. Finchè il Presidente Obama non ha approvato l’intervento del Seal Team 6, che paracadutandosi sul luogo ha ucciso tutti i pirati e tratto in salvo le due americane.

In attesa del suo prossimo film, l’ultimo lavoro di Clint Eastwood – Sully, con protagonista Tom Hanks nei panni dell’eroico pilota del titolo – verrà proiettato in anteprima italiana al Festival di Torino, che si terrà dal 18 al 26 novembre prossimo.
In attesa di conoscere il programma ufficiale, sono già stati comunicati anche altri due titoli in programma alla trentaquattresima edizione del Torino Film Festival: Absolutely Famous – The Movie, la commedia di Mandie Fletcher tratta dalla serie tv omonima, e La felicità umana di Maurizio Zaccaro. Il manifesto del Tff rende invece omaggio a David Bowie in una scena di Absolute Beginners (1986) di Julien Temple.