Mentre un bracciante indiano moriva carbonizzato a San Felice Circeo (Latina), la Flai Cgil allargava il suo impegno contro il caporalato presentando il suo primo Atlante che va a compendio del suo Rapporto biennale sulle agromafie dell’osservatorio Placido Rizzotto. «Si tratta di Quaderni monotematici il primo dei quali presenteremo il 23 marzo alla Sapienza di Roma grazie al rapporto accademico creato sul tema della lotta al caporalato», ha annunciato in conferenza stampa il segretario generale Giovanni Mininni. Dal titolo “Geografia del caporalato” il quaderno mostra anche graficamente la profonda infiltrazione del fenomeno lungo tutta la penisola: «405 luoghi dove sono avvenuti fatti legati al caporalato di cui solo 191 nel mezzogiorno, a testimonianza dell’allargamento del fenomeno nel nord est del paese», spiega Jean René Bilongo, responsabile dell’Osservatorio Placido Rizzotto, sottolineando ad esempio «i recenti casi in provincia di Pordenone con il ruolo deleterio dei consulenti del lavoro che fiancheggiano condiscendenti il caporalato». A sei anni dall’entrata in vigore della legge 199, la lotta al caporalato «sta segnando risultati importanti – sottolinea Mininni – sebbene solo i 21 province sono state insediate le sezioni territoriali della Rete agricola di qualità che punta a sostenere le imprese etiche (coinvolte 5.978 di queste su oltre 250 mila) mentre le associazioni datoriali fanno spesso ancora finta di non vedere la concorrenza sleale delle imprese che sfruttano il caporalato», accusa Mininni.
La Flai Cgil l’anno scorso in piena pandemia è stata «la locomotiva» della regolarizzazione dei migranti per lavorare in agricoltura con scioperi e mobilitazioni. «Sebbene la legge sia stata scritta non come l’avevamo chiesta qualche segnale positivo c’è stato: circa un 20-30% di lavoratori regolarizzati».
A presentare il Quaderno alla Sapienza, oltre a Maurizio Landini, ci sarà la prefetto Iolanda Rolli, ex commissario contro il caporalato a Foggia. «La loro nomina anche a Caserta e Reggio Calabria portò a risultati molto positivi, peccato che Salvini, appena diventato ministro dell’Interno, non li confermò», attacca Mininni che ha voluto esprimere «solidarietà allo sciopero all’Ispettorato nazionale del lavoro perché gli ispettori devono ben pagati e in grado di fare ispezioni, specie al Sud».