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Negli ultimi decenni la parola «rivoluzione» è stata impiegata per qualificare il nuovo assetto del capitale, fagocitando le teorie e le tecniche produttive sempre più basate sul sapere e sulla comunicazione, gli stessi elementi che per Marx sono la base per far «saltare in aria il sistema». È giunto però il momento, secondo gli organizzatori della Scuola estiva di «altra» formazione in filosofia «Giorgio Colli» di Roccella Jonica, di una riappropriazione del termine e del concetto.

Nel centenario dell’Ottobre sovietico, e a ottant’anni dalla morte di Antonio Gramsci, il pensiero critico è chiamato a federare i linguaggi e i concetti al fine di contribuire a elaborare un piano di trasformazione del reale, per l’istituzione di una società in cui il libero sviluppo di ciascuno diventi finalmente la condizione per il libero sviluppo di tutti.

TRA I SAPERI, è la filosofia quello che può fornire un aiuto, secondo lo schema di una rinnovata unità tra pensiero astratto e azione politica, cui pure allude il giovane Marx nell’ultima delle tesi su Feuerbach: «I filosofi hanno solo interpretato il mondo in modi diversi; si tratta però di mutarlo».

Proprio al tema della «Rivoluzione» è dedicata l’ottava edizione della scuola estiva di Roccella Jonica. Attraverso le voci di Remo Bodei (direttore della Scuola) e Pietro Montani, di Geminello Preterossi, Domenico Losurdo e Roberto Finelli, e poi ancora di Guido Liguori, Fabio Frosini, Manuela Ausilio e Fortunato Maria Cacciatore il concetto di rivoluzione sarà al centro di un discorso critico e poliedrico, articolato secondo diversi modelli e linguaggi, che comprendono la storia della filosofia e la teoria politica, l’estetica e il cinema, l’antropologia e la fisica. La scuola darà spazio anche ai marxismi del Novecento, in particolare a quello gramsciano, che sarà al centro di un’intera sessione di studi (il programma completo si trova sul sito web www.filosofiaroccella.it).

LE GIORNATE di Roccella, crocevia di migranti e di sperimentazioni socio-culturali, si svolgeranno dal 20 al 25 luglio. L’associazione Scholé, che organizza l’evento, fa del lavoro sociale e del mecenatismo diffuso i suoi principi, basando dunque la realizzazione della Scuola estiva sulla cooperazione tra i soci e su attività di autofinanziamento, senza sponsor privati e ottenendo solo contributi minimi dal comune e dalla presidenza del consiglio regionale della Calabria.

«Scholé» tuttavia non impiega il metodo tradizionale delle iscrizioni a pagamento per consentire l’accesso ai seminari; la partecipazione, infatti, si basa sul «think sharing», cioè su un programma di finanziamento collettivo e condiviso, cui aderisce liberamente chi sceglie di mantenere in vita la Scuola e la sostiene con il versamento di una quota sociale. Di più: per allargare la partecipazione, «Scholé» mette a disposizione un certo sei borse di studio rivolte a studenti e laureati in filosofia, al fine di coprire le spese di soggiorno.