Pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale, da oggi il Dl fiscale, che fa parte della manovra di bilancio per il 2019, entra in vigore. Ma i dubbi sul condono detto «pace fiscale» sono ancora molti. E non vengono solo dalla Commissione europea che ieri ha paventato il rischio che «l’introduzione di un condono fiscale potrebbe ridurre il già basso livello di adempimento degli obblighi fiscali, premiando implicitamente comportamenti non conformi alle regole».

Ieri nel corso di un incontro organizzato da Bankitalia su «Costo della criminalità e tutela delle imprese» il presidente di Assolombarda Antonio Calabrò ha formulato un giudizio severo: «Siamo nettamente contro il condono fiscale perché è un elemento di distorsione della legalità e della concorrenza corretta».

Dichiarazioni che si capiscono anche meglio alla luce dell’intervento molto duro del procuratore di Milano Francesco Greco. «La Lombardia è la terra degli evasori fiscali», ha spiegato, ricordando i dati della prima voluntary disclosure per l’emersione dei capitali al nero. Nel 2015 ben «il 49,07% delle istanze» è arrivato dalla Lombardia e rappresentavano tra il 45% e il 48% del valore complessivo delle attività regolarizzate, che ammontò a 59,5 miliardi di euro. Il procuratore ha dato però un giudizio positivo su tutta l’operazione perché «è difficile aggredire capitali all’estero. Quindi meglio farli rientrare pacificamente». In più «ci ha dato modo di creare un patrimonio informativo enorme, con cui tuttora stiamo organizzando per le nostre attività di indagini». Il 70% dei capitali rientrò dalla Svizzera, poi da Principato Di Monaco (7,7%), Bahamas (3,7%), Singapore (2,3%), Lussemburgo (2,2%) e San Marino (1,9%). La Lombardia risultò «di gran lunga al primo posto», seguita da Piemonte (13,5%) ed Emilia Romagna (7,2%).