«Non c’erano solo abusi sessuali diffusi, stupri di bambini, c’era una sistematica copertura che arrivava fino in Vaticano» così ha detto all’emittente televisiva Nbc Josh Shapiro, procuratore generale della Pennsylvania, riferendosi ai documenti riguardanti la chiesa cattolica, analizzati dal grand Jury, che si è riunito per due anni ed ha scoperto gli abusi perpetrati su oltre mille bambini per oltre 70 anni, in 6 su 8 diocesi della Pennsylvania, e che coinvolge oltre 300 sacerdoti.

Nelle due settimane successive alla pubblicazione di quel rapporto diffuso a metà agosto, ha detto Shapiro, la linea telefonica dedicata agli abusi del clero della Pennsylvania, ha ricevuto più di 730 chiamate e la divulgazione del rapporto del Gran Jury ha stimolato le indagini sul clero cattolico anche in altri Stati Usa.

«Abbiamo le prove che il Vaticano sapesse e ha coperto gli abusi» ha continuato Shapiro, e quando il giornalista della Nbc gli ha chiesto se anche papa Bergoglio sapesse, ha risposto di non potere «parlare specificatamente di Papa Francesco. Quello che abbiamo trovato davvero spaventoso, è che i leader della chiesa avrebbero mentito ai fedeli la domenica, mentito in pubblico, protetto questi predatori ma hanno poi documentato tutto e l’hanno messo negli archivi segreti, a pochi passi dai vescovi».

Shapiro non ha specificato quali siano le prove in suo possesso che suggeriscono che il Vaticano sia sempre stato a conoscenza di un insabbiamento.

«Gli unici documenti pubblici sono nella relazione stessa, inclusi i riferimenti alla conoscenza del Vaticano – ha detto il portavoce di Shapiro, Joe Grace, alla Cnn – tutto il resto rimane sigillato attraverso il processo del gran giurì».
A queste dichiarazioni il portavoce del Vaticano, Greg Burke, ha replicato dicendo che il Vaticano avrebbe bisogno di maggiori dettagli sulle prove prima di commentare.

Il procuratore generale ha reiterato le dichiarazioni rilasciate alla Nbc durante le successive interviste con l’Inquirer e il Daily News, affermando di riferirsi a porzioni del rapporto in cui funzionari diocesani hanno contattato il Vaticano riguardo sacerdoti ritenuti molesti, spesso nel tentativo di farli rimuovere dal ministero. Nella relazione del grand Jury ci sono un paio di dozzine di riferimenti al Vaticano, insieme alle risposte allegate delle persone citate nei documenti.

Più leader della chiesa cattolica hanno negato l’insabbiamento, alcuni hanno affermato che il processo di affrancamento dalla chiesa di un sacerdote è lungo, e che in alcuni casi i vescovi avevano sospeso i sacerdoti dal ministero attivo mentre le richieste erano ancora pendenti.

Tra coloro che hanno criticato l’equità del rapporto c’è il cardinale Donald Wuerl, attualmente arcivescovo di Washington e in precedenza vescovo di Pittsburgh. Shapiro ha risposto loro durante un’intervista alla Cbs: «Credo che le dichiarazioni fatte dai vescovi in Pennsylvania, dal cardinale Wuerl in particolare, stiano ulteriormente coprendo le coperture».