Non succede solo oggi che le esperienze artistiche più avanzate e politicamente trasgressive suscitino biasimo e incomprensioni, e siano censurate, ostacolate, se non represse. Da sempre, la libera espressività comporta reazioni sprezzanti. Il caso del Teatro Valle di Roma ne è la plastica riprova. Un’occupazione che va avanti da tre anni ha strappato quell’opaco sipario dietro il quale si era stratificata una politica culturale pigra e attardata, compiacente con il potere politico, subalterna al mercato. In una città che ripropone all’infinito materiale repertoriale e antologico, dove il contemporaneo (quando c’è) viene relegato in qualche angoletto residuale, l’avvento di quest’esperienza avventata...
Italia
Il problema non è il Teatro Valle ma il sindaco Marino
Roma . Un’esperienza che altre capitali ci invidiano ma la nostra amministrazione cittadina mal sopporta. Siamo il paese della Storia contro il "contemporaneo"