Nella Repubblica Ceca l’adesione alla Nato è un dato acquisito per la stragrande maggioranza dei partiti politici. Soli a opporsi all’adesione continuano a essere i comunisti di KSCM, che raccolgono stabilmente circa oltre il 10% dei consensi, ma restano isolati nel panorama politico ceco. Ad agitare le acque di recente è stato il presidente della repubblica Milos Zeman che si è detto favorevole alla tenuta del referendum sull’uscita dall’Unione Europea e della Nato pur dichiarandosi contrario alle due eventuali uscite. «Io sarei contro l’uscita dalla Nato per il fatto che bisogna dare una risposta armata forte al terrorismo internazionale. Soprattutto in Afghanistan corriamo il rischi che i talebani tornino al potere facendo del Paese un santuario del terrorismo internazionale», ha detto Zeman.

La passione dell’attuale presidente della Repubblica Ceca per lo strumento referendario è alquanto tardiva. Zeman era infatti a guida di un governo monocolore socialdemocratico, quando il Paese entrò nel 1999 nell’Alleanza atlantica. In quel momento il Paese prese parte in maniera indiretta ai raid contro la Serbia. Al contrario l’entrata nell’Ue fu sottoposta, come in molti altri Paesi dell’area, a referendum confermativo. Zeman è visto però da una parte della politica e della società ceca come una vera e propria mano lunga della Russia nella Nato: si è smarcato più volte dalla politica del Governo intrattenendo rapporti intensi sia con la Russia che con la Cina, tuttavia come presidente riveste solo una posizione di rappresentanza. Il collegamento della Nato con la lotta al terrorismo, fatto dal presidente, può perfino ampliare la legittimità dell’Alleanza. Se infatti più dell’80% dei cechi ritiene come pericolo per la sicurezza del paese il terrorismo islamico e l’afflusso dei migranti, solo il 40% ritiene pericoloso il comportamento della Russia.

Per l’appartenenza alla Nato più del 70% delle persone si dice soddisfatto dell’appartenenza all’Alleanza. La fiducia è scesa sotto la soglia del 70% solo negli anni della contestazione del progetto Usa di istallare vicino a Praga un radar del sistema anti-missile americano. Le forte pressioni delle popolazioni locali e dei movimenti sociali hanno portato l’opinione pubblica a schierarsi in massa contro il progetto, a differenza di quanto accadeva in Polonia, dove venivano già allora istallate le batterie missilistiche. Questa soddisfatta indifferenza dei cechi verso la Nato potrebbe tuttavia mutare presto. La riemersione di ipotesi che l’Alleanza istalli basi fisse sul territorio ceco suscita ogni volta una forte levata di scudi anche da parte delle forze di governo. Il rafforzamento della Nato a Est quindi dovrà avvenire senza il contributo della Repubblica Ceca, che si è impegnata a rialzare tuttavia il suo budget militare. Anche i rapporti verso la Russia non sono visti più con la grande negatività degli anni ’90, quando era ancora vivo il ricordo dell’occupazione sovietica.

Dall’altra parte Alleanza e governo non lasciano nulla al caso. Da tempo è attivo nel perorare la causa della Nato e soprattutto di una maggiore pressione sulla Russia il generale ceco Petr Pavel, che da un anno occupa la poltrona del Presidente del Comitato militare della Nato. La destra filoatlantica ceca lo vedrebbe bene come il prossimo candidato alle elezioni presidenziali. E lui interviene con una certa assiduità nei media, nel difendere le grandi manovre degli eserciti Nato in Polonia, fra l’altro dichiarando in tv che «la Russia può rappresentare una minaccia molto più seria del terrorismo internazionale, in quanto dispone di un ampio arsenale di armi convenzionali e non convenzionali». E per contrastare la cosiddetta «guerra ibrida», categoria in voga tra gli esperti militari, il ministero dell’interno sta predisponendo una task-force per contrastare la propaganda russa e delle altre potenze non alleate. «È assolutamente importante difendersi e non farsi smontare i nostri racconti e i nostri valori», dice il ministro della difesa Martin Stropnicky. Non sono ancora chiari strumenti e competenze di questa futura task-force. La Nato e lo scontro con la Russia potrebbero divenire presto una realtà ben visibile anche in Repubblica Ceca.