[Articolo della Xinhua del primo ottobre 1949, pubblicato sul Quotidiano del Popolo in prima pagina il 2 ottobre]

Nella capitale in 300 mila prendono parte alle celebrazioni solenni di Piazza Tian’anmen

Costituito il governo popolare centrale della Repubblica Popolare Cinese

Il presidente Mao Zedong proclama il governo popolare centrale

Il comandante in capo Zhu passa in rassegna le forze di terra, di mare e dell’aria e legge gli ordini del quartier generale dell’Esercito Popolare di Liberazione

Il presidente del governo popolare centrale della Repubblica Popolare Cinese, Mao Zedong, ha proclamato oggi nella capitale della Nuova Cina il governo popolare centrale della RPC. La proclamazione è avvenuta durante le celebrazioni tenutesi a Pechino per la costituzione del governo popolare centrale della Repubblica Popolare Cinese. Alla cerimonia, svoltasi davanti alla Porta della Pace Celeste, hanno partecipato tutti i deputati della Conferenza Politica Consultiva del Popolo Cinese e i lavoratori delle fabbriche, gli insegnanti e gli studenti delle scuole, il personale dei vari organi, i cittadini, i contadini dei sobborghi e la guarnigione della capitale, per un totale di 300 mila persone. La tribuna delle autorità è stata allestita sul torrione sovrastante la Porta della Pace Celeste, di fronte alla Piazza del Popolo, affollata ordinatamente delle masse popolari e gremita di bandiere rosse sventolanti. Alla comparsa del presidente Mao Zedong sulla tribuna, la piazza è prorotta in applausi e ovazioni.

Alle ore 15:00, il segretario generale del Comitato governativo popolare centrale, Lin Boqu, ha annunciato l’inizio della cerimonia. Il presidente e i vicepresidenti del governo popolare centrale e i membri del suo Comitato hanno preso posto. La banda ha eseguito la “Marcia dei volontari”. “Oggi è stato costituito il governo popolare centrale della Repubblica Popolare Cinese”, ha annunciato il presidente Mao Zedong. Il presidente Mao ha azionato di persona l’interruttore collegato al pennone disposto al centro della piazza, lasciando che la prima nuova bandiera nazionale si alzasse lentamente nella capitale della Nuova Cina. In quel momento, al suono della fanfara, cinquantaquattro cannoni hanno sparato una salva di ventotto colpi. Il presidente Mao ha poi proclamato pubblicamente il governo popolare centrale.

Al termine della proclamazione, è iniziata la parata militare. L’incarico di comandante della parata è stato ricoperto dal comandante in capo dell’Esercito Popolare di Liberazione Zhu De, mentre il generale Nie Rongzhen, ufficiale comandante della regione militare della Cina settentrionale e della guarnigione di Pechino-Tianjin, ha assunto l’incarico di comandante in capo della parata. Dopo aver passato in rassegna il complesso dei corpi delle forze armate a bordo di un’auto, il comandante in capo Zhu è tornato sulla tribuna per leggere pubblicamente gli ordini del quartier generale dell’Esercito Popolare di Liberazione. Le truppe si sono poi disposte in colonna e sono avanzate da est verso ovest passando di fronte alla tribuna. La sfilata, durata tre ore, è stata aperta da due plotoni della Marina militare, seguiti in successione da una divisione di fanteria, una divisione di artiglieria, una divisione di autoblindo e una divisione di cavalleria. Quattordici tra caccia, mosquito e aerei da addestramento dell’aviazione militare hanno sorvolato la piazza da est verso ovest. Durante la parata militare, la piazza si è accesa di continuo.

Con la parata militare che volgeva al termine, è calato il buio, e Piazza Tiananmen è diventata un oceano di luci rosse. Dai luoghi tutt’intorno alla piazza sono stati sparati innumerevoli colpi di artiglieria colorati. Finita la parata, le masse giubilanti hanno iniziato a sfilare. Quando il corteo si è allontanato dal luogo del raduno, passando vicino alla tribuna delle autorità, sono riecheggiati nel cielo gli slogan “Viva la Repubblica Popolare!” e “Lunga vita al presidente Mao!”. “Viva i compagni!”, ha risposto ad alta voce davanti ai microfoni il presidente Mao, protendendo il suo corpo e salutando più volte le masse con la mano. Sono seguiti applausi e ovazioni. La folla danzava di gioia, traboccando d’entusiasmo. Non riusciva a stare nella pelle. Quando il corteo ha lasciato ordinatamente la piazza, erano già le 21:25. Nell’intera città la folla disegnava una linea ininterrotta di luci rosse, lasciando che la nuova capitale si immergesse nella baldoria fino a notte fonda.

(traduzione dal mandarino di Andrea De Pascale)