Arayik Harutyunyan, 47 anni, è presidente del Nagorno-Karabakh o dell’autoproclamata Repubblica Arzach come viene chiamata in Armenia, dalla primavera di quest’anno quando è stato eletto con l’88% dei voti. In questo mese e mezzo di guerra è stato sempre in prima linea con i suoi soldati.

Come si è arrivati a questo armistizio così repentino?
L’altro ieri abbiamo discusso tutto il giorno con il presidente Nikol Pashinyan. Ho avuto discussioni anche con l’Assemblea nazionale della nostra repubblica. E considerando l’attuale situazione e per evitare ulteriori perdite umane ho dato il mio consenso a fermare una guerra così sanguinosa.

Quale era la situazione sul campo al momento del cessate il fuoco?
Molto compromessa. In 43 giorni di ostilità avevamo perso Fizuli, Jabrail, Kubatly, Zangelan, buona parte della regione di Hadrut, parte delle regioni di Martuni e Askeran e, cosa più importante, la città di Shushi, caduta lo scorso 7 novembre. Ormai si combatteva alla periferia della nostra capitale Stepanakert, a 2-3 chilometri dal centro. Se le ostilità fossero continuate in pochi giorni l’intero Karabakh sarebbe stato perso definitivamente.

La percezione è che ci fosse una netta sproporzione di forze tra voi e gli azeri.
I droni dei nemici ci hanno inflitto gravi danni. Noi non avevamo armi simili, avevamo a disposizioni solo armi antiquate. E di questo dovranno rispondere tutti coloro che hanno ricoperto posizioni di responsabilità negli ultimi decenni. Bisogna poi tenere presente che non abbiamo combattuto solo con l’Azerbaijan, ma anche con la Turchia e i suoi guerriglieri fatti arrivare da tutto il Medio Oriente.

Qual è ora la situazione che si apre nel Karabakh e più in generale in Armenia?
Bisogna evitare assolutamente la guerra civile, che non è mai un’opzione; dobbiamo restare uniti e considerare tutte le ipotesi. La situazione politica è difficile ed è chiaro che si apre una fase del tutto nuova. Già oggi inizierò a discutere con i principali attori del campo politico armeno e anche della nostra assemblea nazionale, in cui fornirò tutte le informazioni a mia disposizione. Voglio prima di tutto però fare ora le mie più sentite condoglianze ai nostri soldati caduti e ringraziare tutti coloro che si sono battuti per difendere la nostra terra.