«È con profonda tristezza e rammarico che devo informarvi che secondo i nuovi dati acquisiti, il volo Mh370 è precipitato nell’Oceano Indiano merdionale e al di là di ogni ragionevole dubbio l’aereo è andato perduto e non vi sono sopravvissuti».

È con questo testo, inviato ai familiari dei passeggeri del volo Mh370, che il premier malesiano ha svelato l’ultima, tragica, novità in relazione al volo partito da Kuala Lumpur l’8 marzo. Diretto a Pechino, l’aereo è scomparso, dando vita ad un mistero durato settimane e che non pare esaurirsi a seguito della breve conferenza stampa di ieri del primo ministro malesiano.

Tanti ancora i misteri, i dubbi, gli interrogativi senza risposta, a cominciare dal luogo dove si suppone si sia inabissato il velivolo. Cosa ci faceva sopra l’Oceano Indiano, il Boeing 777, chiaramente fuori rotta? A cosa è dovuto il cambio di percorso? A un incidente o ad una scelta deliberata? A questi misteri potrebbero rispondere gli esperti una volta che verrà trovato il relitto e la scatola nera, anche se la Cina ( la maggior parte dei passeggeri erano cinesi) ha già chiesto spiegazioni e ulteriori dettagli su quest’ultima novità presentata ieri.

Oggi è prevista una nuova conferenza stampa, ma non è detto che ci siano chiarimenti, anche perché nei giorni scorsi, circa le ragioni di un eventuale cambio di rotta, non c’erano certezze, anzi. Si è indagato nella vita del pilota, del copilota, setacciando gli anfratti più privati, paventando addirittura un loro coinvolgimento politico. Tutte strade che non pare abbiano condotto a niente di decisivo, così come i tentativi di spiegare un eventuale dirottamento o incidente a bordo.

Fonti vicine all’inchiesta avrebbero rivelato alla Cnn nuovi dettagli che potrebbero aiutare a fare luce sulla vicenda. Secondo le fonti, le tracce dei radar militari indicano che l’aereo avrebbe cambiato altitudine dopo avere affettuato una brusca virata sul Mar Cinese Meridionale, diretto verso lo Stretto di Malacca. L’aereo per un tratto sarebbe sceso fino a un’altitudine di 12mila piedi (3.600 metri), prima di scomparire dal radar. La brusca virata sembra essere stata intenzionale, spiega la fonte, perchè per eseguirla il Boeing 777 avrebbe impiegato due minuti. Si tratta di un lasso di tempo nel quale il pilota o il copilota avrebbero avuto il tempo di inviare un segnale di aiuto nel caso vi fosse stato un incendio o una qualche altra emergenza a bordo.

Le autorità hanno spiegato che l’aereo non inviò alcun segnale di aiuto, anche se secondo gli esperti è ancora da stabilire se i piloti abbiano tentato di comunicare, ma non siano stati in grado di farlo a causa di un evento catastrofico a bordo.

Secondo quanto affermato da Mary Schiavo, analista della Cnn ed ex ispettore generale del Dipartimento dei trasporti Usa, i nuovi dettagli relativi all’altitudine sarebbero «molto significativi» e in grado di «spiegare molte cose che prima non tornavano». Lo scenario che indica che l’aereo ha compiuto una brusca virata e poi è sceso da 35mila a 12mila piedi, secondo Schiavo, coinciderebbe con quello che un pilota farebbe nel caso che a bordo si verificasse un evento catastrofico, come una rapida decompressione, un incendio o un’esplosione. Anche per Mark Weiss, ex pilota di linea e analista della Cnn, se le ultime informazioni sono esatte, la teoria secondo la quale i piloti hanno tentato di salvare l’aereo sarebbe confermata. Ma, spiega, «abbiamo ricevuto così tante informazioni e così contraddittorie, che a questo punto sarei cauto nel saltare a qualsiasi tipo di conclusione».