In tempo per essere incastonato in entrambi i telegiornali Rai della sera, Matteo Renzi prova a disinnescare la rabbia dei sub-obbligazionisti spennati delle quattro banche fallite nel novembre scorso. Ma nonostante l’enfatica dichiarazione programmatica – «Il decreto sulle banche approvato dal consiglio dei ministri punta a risolvere tutti i problemi del mondo bancario» – il rimborso forfettario predisposto da governo, con il fondo interbancario come ufficiale pagatore, lascerà l’amaro in bocca a molti.

«Abbiamo ottenuto che vi possa essere un rimborso forfettario fino all’80% – spiega il presidente del consiglio – senza bisogno di arbitrato purché ricorra una di queste due condizioni: se i risparmiatori hanno reddito lordo inferiore a 35mila euro, oppure che abbiano un patrimonio mobiliare inferiore a 100mila euro anche se ha un reddito sopra i 35mila euro».

Il problema è che appena poche ore prima le due associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori, che raccolgono la maggioranza dei sub-obbligazionisti, si erano fatte sentire. Così: «Per chiudere la brutta pagina di esproprio del risparmio a danno di 130mila famiglie di Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e CariFerrara, occorrono i rimborsi integrali, non le elemosine arbitrali basate addirittura coi criteri Isee». Con a ruota la ribadita strategia d’azione per cui le eventuali discriminazioni tra gli espropriati saranno impugnate in tribunale.

Lo scontro resta dunque aperto, nonostante la vulgata governativa che puntualizza come il rimborso forfettario valga per tutti quelli che hanno acquistato obbligazioni entro il 12 giugno 2014. «Rimangono fuori soltanto 158 persone che hanno acquistato sul mercato elettronico secondario a prezzi scontati – prosegue Renzi – definirli truffati è un po’ difficile, ma avranno la possibilità di ricorrere all’arbitrato. Nel complesso abbiamo fatto un grande servizio per chi si trova in queste condizioni». Sarà. Nel mentre l’esecutivo annuncia anche di aver approvato misure per ridurre i tempi di recupero crediti «per le persone giuridiche, non fisiche, da 6-8 anni a 6-8 mesi». Altra raffica di contenziosi in arrivo, viste le difficoltà giuridiche del doppio binario in tema di procedure fallimentari.

Nel consiglio dei ministri, durato appena un’ora, sono state decise anche le nomine al vertice della Polizia, alla Guardia di finanza, alla Marina militare, al Dis e all’Aisi. Il nuovo capo della polizia è l’espertissimo prefetto Franco Gabrielli, che prende il posto di Alessandro Pansa, ormai 65enne, che va al Dipartimento per le informazioni e per la sicurezza. Quanto alle fiamme gialle, il generale Giorgio Toschi è il nuovo comandante generale della Guardia di finanza. Toschi prenderà il posto del generale Saverio Capolupo, il cui mandato scade il prossimo 24 maggio.

Ancora: l’ammiraglio Valter Girardelli diventa il nuovo capo di stato maggiore della Marina militare. L’attuale capo di gabinetto del ministro della difesa prende il posto dell’ammiraglio De Giorgi, in scadenza di mandato e finito nell’inchiesta di Potenza su Tempa Rossa. «Una straordinaria carriera – commenta sul punto Renzi – alla quale nessun tipo di polemica può togliere qualcosa». Il generale Mario Parente, ex capo del Ros di carabinieri, va invece a guidare l’Aisi, e il generale dell’esercito Carmine Masiello sarà il nuovo consigliere militare di Palazzo Chigi.

Giornata piena insomma, caratterizzata peraltro dal rosso di Piazza Affari (-1,98%) con a picco le banche, nonostante l’ok dell’Ue alla proroga per la vendita delle quattro new bank nate sulle ceneri di quelle fallite. Ma i problemi si moltiplicano. E se la Banca Popolare di Vicenza ha schivato il bail in – modello Etruria – grazie al fondo Atlante che verserà circa 1,35 miliardi (dei 4,25 miliardi raccolti, pochissimi) per avere più del 90% della banca, dei circa 120mila azionisti solo 5mila hanno sottoscritto l’operazione a 0,10 euro per azione. C’è da capirli: le azioni costavano più di 60 euro appena due anni fa. ri.chi