Il riconoscimento a Mimmo Lucano, sindaco di Riace, da parte del settimanale Fortune, quale personaggio fra i più influenti del mondo, è un gesto paradossale di nobile generosità. Paradossale perché Mimmo è uomo di nessun potere, persona normale di grande coraggio e altruismo, alle prese con i problemi di uno dei tanti paesi poveri della Calabria. Ma dopo Wim Wenders, che con il film Il volo ha reso universale la vicenda di Riace, un’altra autorità, nel nostro tempo atroce e spietata, esalta la potenza simbolica dell’umana solidarietà che può dischiudersi tra i poveri.

E non è solo Riace, è anche Caulonia di Ilario Ammendola, e Lampedusa di Giusi Nicolini, cui Gianfranco Rosi ha dedicato il film Fuocoamare, appena premiato con l’Orso d’oro a Berlino. Ma tali riconoscimenti non devono esaurirsi nell’autocompiacimento. Sono segnali da raccogliere con l’iniziativa politica. Essi indicano alle migliaia dei sindaci italiani che vedono di anno in anno spopolarsi e decadere i propri comuni, spesso borghi di singolare bellezza, la possibilità di una rinascita delle loro terre, di far rivivere economie e luoghi, di far ritornare i bambini, con le loro grida, a spezzare il silenzio dei pochi vecchi che prendono il sole in attesa della morte. Certo, ci vuole un po’ di iniziativa, occorre individuare le terre che si possono far coltivare, le botteghe che si possono riaprire, le case e gli edifici che si possono riparare e riabitare.

Certo ci vogliono un po’ di risorse pubbliche, niente di eccezionale, come è accaduto nel caso di Riace e Caulonia. Ma sarebbe forse oggi l’investimento pubblico più carico di potenza politica. Esso indicherebbe che i giovani disperati fuggiti dalle guerre possono diventare i nuovi cittadini di un Pese solidale, che operano per ricrearsi una vita e insieme per realizzare un grande progetto: far rivivere l’Italia interna che sta morendo. Ma perché, nessun leader, a sinistra, prova intestarsi una simile battaglia?