Haiman El Troudi, classe 1970, è ministro del Potere popolare per il Trasporto Terrestre e le Opere pubbliche. Ingegnere e scrittore, ha svolto molti incarichi politici, tra i quali quello di Governatore presso la Banca Mondiale e quella Interamericana di Sviluppo. Prima di correre a un altro evento pubblico, ha accettato di rispondere alle domande del manifesto.

Per il Fondo Monetario, il Venezuela è in bancarotta, ma voi continuate ad aumentare i salari e a costruire strade. Come mai?
Non seguiamo la ricetta dell’Fmi secondo la quale quando si è in recessione la prima cosa da fare è congelare i salari, eliminare le pensioni e diminuire la spesa sociale. Lo sviluppo dell’essere umano non è un costo, ma un investimento. Nonostante la guerra economica che hanno imposto al nostro popolo e la caduta del prezzo del petrolio, nostra principale entrata, come governo rivoluzionario non abbiamo intaccato i programmi sociali, le missioni, il pieno impiego. Anzi, espandiamo la frontiera della redistribuzione della rendita e per questo nell’ultimo anno abbiamo battuti vari record: siamo il primo paese al mondo con il maggior numero di persone che ha beneficiato del diritto umano al trasporto, alla mobilità. Con il concorso della Cina, abbiamo sviluppato un sistema di trasporto moderno che ha interessato oltre 3 milioni di persone. Abbiamo la fabbrica di autobus più grande del Latinoamerica, quest’anno abbiamo inaugurato alcune linee di metro: a Valencia, a Los Teques, il Metro Cable a Caracas, che ha cambiato la vita a moltissime persone delle periferie lontane. E abbiamo battuto un altro record: nel sistema di ampliamento delle strade, una infrastruttura moderna e necessaria che interessa il 90% degli abitanti della capitale. In soli nove mesi, nella Valle del Coche abbiamo costruito il viadotto più grande di tutto il paese. A Barquisimeto stiamo per inaugurare il monumento cristiano più alto del mondo – 60 metri di altezza -, quello alla Divina Pastora. Ma, soprattutto, il nostro popolo è campione in coscienza politica. Con Chavez ha aperto gli occhi, ha capito che è possibile rinnovare la speranza, che è possibile e necessario costruire un mondo migliore basato sulla giustizia e sull’uguaglianza. Hai visto quante donne, quanti giovani sono presenti nelle liste e sono all’avanguardia nel lavoro territoriale?

Le mafie del lavoro, però, non sono state debellate, come dimostra l’omicidio del deputato della Mud, Manuel Diaz, i suoi trascorsi penali e i suoi referenti.
È una delle infermità sociali che dobbiamo curare rinnovando gli sforzi per l’organizzazione popolare. Molte distorsioni si supereranno con molta educazione civica e aumentando ulteriormente la coscienza politica. Vi sono gruppi mafiosi che subornano impiegati pubblici, sindacati che attuano in modo violento per disputarsi posti di lavoro, ora c’è il fenomeno detto del bachaqueo, dal nome di una formica che trasporta istancabilmente di tutto: il popolo che ruba al popolo, comprando prodotti sussidiati per rivenderli ad altissimi prezzi. La rivoluzione culturale è la più ampia delle rivoluzioni a cui dobbiamo dedicarci. Finora siamo andati molto avanti nella rivoluzione, politica, in quella sociale ed economica, diminuendo sensibilmente lo scarto tra povertà e ricchezza. Manca però ancora molto per costruire l’uomo e la donna nuovi mentre persiste il capitalismo.

Alcuni manifesti del Partito comunista – un alleato – denunciano la terziarizzazione, e la corruzione è molto diffusa…
Purtroppo, la corruzione è una malattia diffusa in ogni parte del mondo, da noi riguarda l’impiegato pubblico, ma soprattutto l’imprenditore privato, e vale il discorso che facevo prima. Per il resto, siamo un paese all’avanguardia in materia di diritti del lavoro. Con la ultima riforma alla legge del lavoro, appena entrata in vigore, si è decretato l’eliminazione della terziarizzazione, ma è possibile che sussistano situazioni che infrangono la legge. Non credo, però, sia un atteggiamento costruttivo quello di giudicare il nostro proceso solo dalle piccole ombre che permangono.