La scorsa settimana il portavoce della diplomazia degli Stati uniti, Ned Price, ha affermato che «attualmente Washington non ha ancora rivisto la sua posizione rispetto alla decisione di Donald Trump relativa al riconoscimento della sovranità del Marocco sul Sahara occidentale».

La notizia è stata subito rilanciata da diversi media secondo cui « l’amministrazione Biden non ha intenzione di annullare il proclama firmato da Trump lo scorso dicembre», come riporta il quotidiano marocchino Ya Biladi.

Dura la risposta del Fronte Polisario che in un comunicato ufficiale ha definito «la precedente decisione al di fuori delle risoluzioni internazionali che ribadiscono il diritto all’autodeterminazione del popolo saharawi attraverso un referendum».

Nel suo comunicato il Polisario ha smentito la notizia confermando che ci siano dei segnali di discontinuità da parte dell’amministrazione Biden che non ha «avallato le decisioni di Trump», indicando come incoraggianti le recenti dichiarazioni del segretario di Stato americano, Antony Blinken sul «sostegno degli Stati uniti ai negoziati politici per una risoluzione pacifica e non unilaterale come avvenuto in passato».

Nella sua dichiarazione Pride ha detto che Washington sostiene «un processo politico credibile guidato dalle Nazioni unite per garantire una soluzione duratura del conflitto», insistendo sulla necessità di nominare rapidamente un inviato speciale per il Sahara occidentale.

Venerdì scorso, il segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, ha invitato il Marocco e il Fronte Polisario ad accettare «senza alcun veto» il nuovo inviato speciale Onu, riferendosi alla possibile nomina di Staffan de Mistura, scelta poco gradita da Rabat.