«Ahed Tamimi/Con i capelli rossi/Come Davide che ha schiaffeggiato Golia/Sarai menzionata nella stessa riga/Come Giovanna d’Arco, Hannah Szenes e Anne Frank».

Questi e gli altri versi della poesia postata lunedì su Instagram e dedicata alla 17enne palestinese Ahed Tamimi, sotto processo per aver schiaffeggiato due soldati a Nabi Saleh, sono costati al poeta e drammaturgo israeliano 70enne Yohonatan Gefen la scomunica senza appello del ministro della difesa Avigdor Lieberman.

Aver posto Ahed Tamimi sullo stesso piano di Anne Frank, la ragazza ebrea morta a Bergen-Belsen divenuta un simbolo della Shoah, è apparso come un sacrilegio a Lieberman che ha ordinato a Shimon Elkabetz, comandante di Galei Tzahal, la radio militare israeliana, di vietare altre interviste a Gefen e la messa in onda di programmi culturali con le sue poesie.

Il vulcanico ministro della difesa, esponente del nazionalismo più viscerale, ha «raccomandato» a tutti i mezzi d’informazione di seguire il suo «suggerimento». «Lo Stato di Israele non dove offrire un palcoscenico a un ubriacone che paragona una ragazza che è stata uccisa nell’Olocausto e un’eroina che ha combattuto il regime nazista, ad Ahed Tamimi, la ‘bambolina’ che ha attaccato un soldato», ha scritto Lieberman su Facebook, aggiungendo che il palco adeguato a Geffen è solo Al-Manar, la tv libanese che fa capo al movimento Hezbollah. Lieberman peraltro è andato su tutte le furie quando il consigliuere legale dello Stato, Avichai Mendelblit ha chiarito che il ministro della difesa non ha l’autorità per decidere cosa mandare o non mandare in onda dalle frequenze della radio militare.

Esponente più del post-sionismo che dell’antisionismo (ampiamente minoritario) in Israele, Gefen è una icona della cultura pop sin dagli anni Settanta. Le sue opere, le sue poesie e i suoi romanzi hanno spesso preso di mira l’establishment politico e il militarismo. Gefen non esita a definire pubblicamente il premier Benyamin Netanyahu un «razzista. Nel 2015 fu aggredito sotto la sua abitazione perché «traditore di sinistra». Gefen è noto anche come padre della rock star locale Aviv Gefen e della regista Shira Gefen, sposata con lo scrittore Etgar Keret.

Ora è preso di mira per aver difeso con coraggio la palestinese Ahed Tamimi, rea di aver “umiliato” l’esercito israeliano prendendo a schiaffi due soldati. Coraggio che non hanno mostrato sino ad oggi Amos Oz, Meir Shalev, David Grosman, A.B. Yehoshua, e altri famosi scrittori e poeti israeliani, pronti a firmare un appello contro la deportazione dei richiedenti asilo eritrei e sudanesi ma non a spendere una parola contro la detenzione di una ragazzina palestinese che rischia una condanna a diversi anni di carcere per un reato che in Europa verrebbe punito con una semplice ammenda.

Lo scorso 17 gennaio i giudici militari hanno deciso che Ahed Tamimi resterà in carcere – come la madre Nariman arrestata per aver postato in rete la scena dei due soldati presi a schiaffi – per tutta la durata del processo che riprenderà il 31 gennaio, proprio nel giorno del 17esimo compleanno della ragazza palestinese.