Non che ci fossero molti dubbi al riguardo – l’assenza di controprogrammazione e l’unione fra i «popoli televisivi» di Carlo Conti e Maria De Filippi, non poteva che fare en plein di ascolti. È l’effetto di quello che ormai molti definiscono come una sorta di patto del «post nazareno», dove nemmeno Sky e Discovery hanno azzardato palinsesti con «pezzi da novanta». I dati Auditel dicono che la prima serata del festival dei fiori ha sfondato dopo 12 anni il 50% di share, superando i 27 milioni di contatti, con una permanenza di oltre un’ora e mezza. Numeri da record: in media la prima serata fa segnare 11 milioni 374 mila spettatori con il 50.4% di share, quasi un punto in più dell’anno scorso. Un dato che non si registrava dal 2005, quando il debutto della coppia Bonolis-Clerici centrò il 54.10%. A seguire la prima parte, davanti a Rai1 ci sono 13 milioni 176 mila spettatori pari al 50.1%; per la seconda, 6 milioni 177 mila con il 51.9%. Il momento cult o trash, decidete voi, che segna l’apice è quando Carlo Conti prova a ballare imboccato da Ricky Martin, lo share si impenna raggiungendo il 57.1%.

A Traino funziona anche il Dopofestival di Favino, che raggiunge il dato più alto dal 2003, il 41.16% e 2 milioni 151 mila spettatori. «Tira» anche la diretta streaming su Rai Play, vista oltre 700 mila volte, con 4,4 milioni interazioni su Facebook, Twitter e Instagram. Nulla incrina la pax festivaliera, nemmeno le critiche alla giornalista di Sky Diletta Leona e la sua mise secondo alcuni «troppo discinta» per fare da testimonial alla campagna contro il cyberbullismo: «Ognuno ha il diritto – commenta Maria De Filippi – di vestirsi come gli pare. È come commentare che se uno ha la minigonna è giusto che la violentino…». E nemmeno l’ipotesi, dopo l’annuncio che non condurrà una quarta edizione consecutiva del festiva, di un passaggio di Conti a Mediaset: «Io via dalla Rai? – nega il presentatore fiorentino – È come se uno degli alieni degli spot arrivasse veramente a Sanremo. Il mio legame con la Rai è fortissimo, ho un contratto fino a giugno 2019. È un matrimonio che non si scioglie».

Alla polemica a distanza di Salvini contro Braschi – il cantautore emiliano in gara fra le Nuove Proposte con il brano Nel mare ci sono i coccodrilli sul dramma degli sbarchi dei profughi, il leader leghista gli consigliava di «accoglierli a casa tua», il cantautore romagnolo risponde. «La canzone con cui partecipo al festival di Sanremo, scritta in totale onestà e senza retorica, è la migliore risposta. Scrivo canzoni, faccio il cantante e la politica in questo caso non c’entra. Racconto semplicemente storie di uomini».