Una grande opera costata 72 milioni di euro, e che rischia di passare alla storia come un colossale flop, con pesantissime ricadute sui conti dell’amministrazione pubblica. E’ il Pisamover, che in questa campagna elettorale può far pendere la bilancia da una parte o dall’altra, visto che la sua realizzazione è stata portata avanti con teutonico decisionismo dalla giunta di Marco Filippeschi, dichiarato sponsor del candidato sindaco democrat Andrea Serfogli.
Il progetto di un servizio-navetta di trasporto per collegare l’aeroporto intercontinentale Galilei e la stazione ferroviaria pisana – fino a pochi anni fa i treni arrivavano da Firenze direttamente all’interno dello scalo – doveva essere un fiore all’occhiello dell’amministrazione comunale. In realtà nel primo anno di operatività i passeggeri del Pisamover sono stati molto inferiori al milione e 700mila previsti dal piano economico-finanziario di Pisamo, la società privata che gestirà per 35 anni l’infrastruttura. Il motivo? Mancano all’appello tutti i passeggeri trasportati dai bus, anch’essi privati, che collegano l’aeroporto con la stazione fiorentina di Santa Maria Novella, e che abitualmente scaricavano i loro clienti direttamente davanti allo scalo aeroportuale. Da una prima stima, si tratterebbe di circa 600mila utenti l’anno. Circa un terzo di quelli previsti dal piano finanziario di Pisamo.
Di fronte a un problema economico non certo di poco conto, visto che gli accordi stipulati puntualizzano che “il differenziale per arrivare al break-even (in sostanza il pareggio di bilancio, ndr) sarà a carico del Comune”, l’amministrazione ha fatto leva su, anche oggettivi, motivi ambientali, e con un’ordinanza ha obbligato i bus a fermarsi al parcheggio scambiatore del Pisamover. Fra le proteste delle compagnie di bus, ma anche di Toscana Aeroporti, che gestisce sia il Galilei che l’aeroporto fiorentino Vespucci.
Lo scontro fra Toscana Aeroporti e palazzo Gambacorti sta tenendo banco da settimane, proprio nel corso della campagna elettorale. E il bello è che fra gli azionisti della società aeroportuale, fino a pochi anni fa in maggioranza pubblica ma in seguito venduta, nonostante l’opposizione della sinistra pisana (Diritti in Comune e Si), al magnate argentino Eurnekian, spalleggiato dalla premiata ditta Carrai&Renzi, ci sono sia il Comune (4,48%) che la Provincia (4,91%), oltre che la stessa Regione Toscana (5,03%). Con quest’ultima peraltro principale player della privatizzazione del Galilei, e che ora si sta barcamenando nel tentativo di trovare una mediazione fra esigenze, oggettivamente, opposte.
Ad incancrenire ulteriormente le polemiche in città c’è il piano di “esternalizzazioni” di buona parte dei lavoratori aeroportuali che Toscana Aeroporti sta per mettere in atto. Fra le proteste dei sindacati di categoria, specialmente di base, e l’opposizione al solito di Sinistra Italiana e Diritti in Comune, il cui candidato sindaco Ciccio Auletta è stato minacciato di querela per l’attivismo a sostegno dei lavoratori.
L’ultimo colpo di scena, appena arrivato, porta la firma dell’Enac, l’Ente nazionale dell’aviazione civile, che con una sua specifica ordinanza ha di fatto scavalcato quella dell’amministrazione comunale. Facendo sì che in pratica sia eliminato l’obbligo dei bus di andare al parcheggio scambiatore del Pisamover. Con riflessi che interesseranno non soltanto gli ultimi giorni di campagna elettorale, ma anche il lavoro – e soprattutto i bilanci economici – della futura amministrazione comunale che succederà a quella di Marco Filippeschi.