Camminare: un farmaco miracoloso. Senza controindicazioni, senza brevetti, senza costi. Passi spediti trenta minuti al giorno – insieme a saggi stili di vita alimentari – quasi tolgono il medico di torno.

Sono ormai diverse le Asl che organizzano gruppi di cammino di qualche chilometro in zone verdi come ricetta di salute. Inserire nel percorso diagnostico terapeutico individuale anche un’attività motoria moderata è una ricetta antica ma negletta. «Ippocrate era solito prescrivere una lunga camminata come rimedio per vari malanni», spiega La nuova provincia per illustrare le iniziative del Dipartimento prevenzione dell’Asl di Asti. In Liguria l’iniziativa è regionale, destinata agli over 65 nonché agli over 40 con patologie croniche.

ll 18 giugno è ripartito a Perugia il Piedibus del Ben Essere, un programma messo in campo dal Dipartimento Prevenzione della UslUmbria1 per contrastare le malattie croniche non trasmissibili (Mcnt). Inizialmente rivolto ai bambini della scuola primaria di alcuni distretti, il progetto ha poi attivato varie camminate laboratoriali nei vari distretti: Perugia, Assisi, Trasimeno, Alto Tevere, Alto Chiascio. Come i bus, i gruppi di cammino prevedono varie «linee»: serale, scolastico per bambini, speciale, senior pomeridiano.

Spiega Erminia Battista, dirigente medico, coordinatrice della Rete Promozione Salute della UslUmbria 1 (38 comuni): «Alla ripartenza del Piedibus abbiamo voluto dare un titolo: “Camminiamo fra orti e giardini coltivando salute”. Infatti, durante il lockdown abbiamo creato sinergie fra condomini lungo i percorsi abituali del Piedibus invitando i residenti a preparare semi e talee, per i giardini – i cosiddetti angoli delle farfalle – che creiamo in aree degradate facendone luoghi ospitali. Ci occupiamo dei determinanti sociali e ambientali della sedentarietà, perché il segreto per avere le persone in salute è prendersi cura dei cotesti, fisico, strutturale, relazionale, ed è questo che cerchiamo di fare con il Piedibus». La promozione della salute, si attua, così, contestualmente alla socializzazione, all’integrazione tra generazioni, tra etnie, tra abili e diversamente abili, rafforzando la coesione sociale e il senso di appartenenza alla comunità.

Il Piedibus attiva varie «S»: salute, sicurezza, socialità, sostenibilità, scoperta, sinergia, solidarietà, servizio. La ripresa post-blocco – con un decalogo di regole anti-Covid – ha anche il senso di aiutare la coesione sociale, «oggi più auspicabile che mai», conclude la dottoressa Battista. Il modello umbro è stato inserito nel catalogo delle buone pratiche, sviluppato da alcune università, che raccoglie iniziative di costruzione comunitaria a tutela della salute sviluppate a livello nazionale e internazionale.

Non abbiamo ancora gruppi di cammino organizzati nel comune o nel quartiere? Attiviamone uno proponendolo alle istituzioni.