È il giorno del dolore, quello che segue la tragedia. Mentre le campane suonavano a lutto, ieri Stresa si è fermata: le serrande si sono abbassate e a mezzogiorno in punto, per quattordici minuti, il silenzio è calato sul paese, in ricordo delle altrettante persone morte in una giornata che doveva essere di festa e di svago. Il piccolo Eitan Biran, il bambino di cinque anni unico superstite del crollo della funivia Mottarone-Stresa, che nell’incidente ha perso i giovani genitori di origine israeliana, un fratellino e i bisnonni appena arrivati da Tel Aviv per alcuni giorni di riposo, è ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Regina Margherita di Torino. Per lui la comunità ebraica di Milano ha attivato un canale di raccolta fondi.

Dopo un primo urgente intervento chirurgico per stabilizzare alcune fratture, il bimbo, che è al momento in coma farmacologico, potrebbe essere stato salvato dal padre che lo ha coperto con il suo corpo. «La risonanza magnetica non ha evidenziato fortunatamente danni neurologici nel bambino, sia a livello cerebrale, che a livello tronco encefalico – ha riferito Giovanni La Valle, direttore generale della Città della salute di Torino – Questo ci autorizza nella giornata di domani (oggi, ndr) a cominciare un cauto risveglio del bambino e vedere come potrà rispondere, tenendo conto di due fattori: primo, una grande debolezza fisica, perché se è vero che a livello emodinamico è stabile, è altresì vero che gli interventi eseguiti sulle fratture hanno inciso sulla sua forza fisica. Secondo, c’è un fattore psicologico importante, perché il risveglio lo riporta al mondo reale. E su questo punto occorrerà fare molta attenzione».

Un manifesto funebre firmato dall’amministrazione comunale per esprimere cordoglio alle famiglie è stato affisso nei pressi del Palacongressi dove il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Enrico Giovannini e il capo della protezione civile Fabrizio Curcio hanno incontrato la sindaca di Stresa Marcella Severino, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, e il prefetto di Verbania Angelo Sidoti per fare il punto tecnico sulla tragedia e sulle indagini. Subito dopo Giovannini e Curcio si sono recati alla camera mortuaria di Verbania per il saluto alle vittime. Il ministro ha riferito di aver dato vita a una Commissione «che si aggiunge alle indagini della procura» e ha rivolto un appello a tutti i soggetti coinvolti nell’intrigato puzzle delle responsabilità affinché mettano «a disposizione la documentazione» in loro possesso.

Lo ha già fatto, così almeno sembrerebbe, l’azienda di Vipiteno incaricata della manutenzione, Leitner, che ha divulgato l’elenco di tutti i più recenti controlli effettuati come da contratto sottoscritto con la società di gestione Ferrovie del Mottarone. L’ultimo, il 3 maggio 2021, sarebbe stato sulle centraline idrauliche di frenatura dei veicoli. «Controlli non distruttivi su tutti i componenti meccanici di sicurezza dell’impianto previsti dalla revisione quinquennale, in scadenza ad agosto 2021, sono stati anticipati il 29 marzo e il 1 aprile 2021. Prove di funzionamento dell’intero sistema d’azionamento: 18 marzo 2021. Lubrificazione e controlli dei rulli e delle pulegge delle stazioni: 4 e 5 marzo 2021. Finti tagli (prova che prevede una simulazione della rottura della fune traente e conseguente attivazione del freno d’emergenza): effettuati su entrambe le vetture l’1 dicembre 2020. Controllo periodico magnetoinduttivo di tutte le funi dell’impianto con esito positivo: 5 novembre 2020».

Secondo l’azienda, invece, i controlli giornalieri e settimanali previsti dal regolamento d’esercizio e dal manuale di uso e manutenzione sono in carico al gestore. «Un incidente impossibile», lo ha definito la presidente dell’Associazione nazionale esercenti impianti a fune Valeria Ghezzi per via del «cedimento contemporaneo di fune e freno». «Certamente – ha commentato – qualcosa lo ha scatenato, qualcosa al di fuori delle norme che vengono applicate».