Tra 7mila e 10mila posti di lavoro in meno a Air France su 46mila dipendenti. La cifra esatta di questa macelleria sociale – meno 20% del personale nel 2021, meno 10% nel 2022 – verrà comunicata dalla direzione il 3 luglio prossimo. La compagnia di bandiera francese si aggiunge ai disastri delle altre grandi europee: Lufthansa taglia 22mila posti di lavoro (meno 16%), British Airways 45mila (meno 30%). E anche le compagnie low cost non sono risparmiate dal crollo dei voli causato dal Covid: Easyjet, per esempio, diminuisce il personale del 30% (meno 4500 posti).

Il governo è nell’imbarazzo. Il ministro delle Finanze, Bruno Le Maire, ha affermato ieri che non dovranno esserci «licenziamenti forzati, è una linea rossa». Lo stato francese è venuto in aiuto a Air France, con la garanzia per un prestito di 7 miliardi. Ma, come era stato denunciato dai sindacati, come contropartita di questo finanziamento non erano state imposte condizionalità sul fronte dell’occupazione. Invece, il governo aveva chiesto una ristrutturazione attenta alla riduzione dell’inquinamento, per fare di Air France «la compagnia più verde» al mondo. Per raggiungere questo obiettivo, era stato deciso, seguendo una richiesta degli ecologisti, di abolire alcune linee interne, tutte quelle che possono essere sostituite da viaggi in treno non superiori a due ore e mezza. Seguendo questa indicazione, i voli domestici dovrebbero subire un taglio del 40% e potrebbero perdere fino a 6mila posti di lavoro. La filiale Hop! potrebbe venire drasticamente ridimensionata, perdendo 1.500 posti su 2.700. L’aeroporto di Orly (che serve soprattutto i voli interni e i charter) potrebbe ridurre l’attività del 30%.

Tutte le professioni saranno colpite: steward, personale a terra, persino i piloti (per esempio, rischiano di perdere il posto i 300 piloti degli A380, l’aereo gigante che ormai Airbus non produce più e che Air France ha deciso di lasciare a terra). Per Ben Smith, direttore generale di Air France, «la priorità sarà data alle dimissioni volontarie», in particolare per il personale più anziano, di più di 55 anni. Ma i sindacati temono che non basti e che, utilizzando gli accordi di mobilità, possano esserci licenziamenti (se un dipendente rifiuta due posti successivamente come riconversione).

Air France, come tutte le compagnie aeree, paga la crisi: da marzo, la compagnia francese ha fatto solo 100 milioni di fatturato, contro 1,4 miliardi nello stesso periodo dell’anno scorso. Un ritorno alla situazione di prima della crisi è prevista solo nel 2023-25. Air France, che da anni vive in difficoltà economiche, stava recuperando prima del Covid. Adesso, deve rimettere in sesto i conti, anche perché i 7 miliardi di garanzia pubblica dovranno venire restituiti e se il servizio del debito non è rispettato, i tassi di interesse aumentano.