Palazzo Chigi ha diffuso ieri il piano vaccini di massa stilato dal commissario, il generale Francesco Figliuolo, mentre i numeri della pandemia restano preoccupanti e continuano a salire i ricoveri. Da domani per le regioni scattano i cambi di colore, in vigore per 15 giorni. Passano in zona rossa Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Veneto e provincia autonoma di Trento, che si aggiungono alle già rosse Campania e Molise. Resta bianca la Sardegna, tutte le altre in arancione. Inclusa la Basilicata (da martedì), rimasta in bilico fino a ieri.

SONO STATI 26.062 i nuovi casi di Coronavirus ieri su 372.944 test eseguiti, il tasso di positività è rimasto al 7%. I decessi sono stati 317. Ancora in forte crescita i ricoveri: in terapia intensiva 68 pazienti in più, 2.982 in tutto; i ricoveri ordinari sono cresciuti di 497 unità, 24.153 in totale; 492.926 le persone in isolamento domiciliare. La regione con il maggior numero di nuovi casi è stata la Lombardia (5.809) seguita da Emilia Romagna (2.950), Campania (2.940), Veneto (2.682), Piemonte (2.159) e Lazio (1.998).

L’età media dei positivi sta calando: nelle ultime tre settimane è scesa a 44 anni. Il dato è contenuto nell’aggiornamento pubblicato dall’Iss: «L’età mediana dei casi segnalati dall’inizio epidemia è pari a 47 anni (range 0-109 anni). Ma a partire dalla fine di aprile si osserva un chiaro trend in diminuzione. L’età mediana è passata da oltre 60 anni nei primi due mesi dell’epidemia a circa 30 anni nella settimana centrale di agosto, per poi risalire lentamente fino a 49 anni e riscendere a 44 anni nelle ultime tre settimane».

In Lombardia ieri il tasso di positività è stato del 9,8%; negli ospedali ci sono 6.068 pazienti, di cui 694 in terapia intensiva (54 più di venerdì). Il sindaco di Brescia: «Abbiamo le terapie intensive occupate al 90%, le immunizzazioni vanno a rilento: gli over 80 vaccinati sono il 23% circa». La Toscana è rimasta in area arancione ma 3 province (Arezzo, Pistoia, Prato) e 10 comuni vanno in zona rossa, a preoccupare sono i ricoveri in crescita.

L’OBIETTIVO È VACCINARE L’80% della popolazione, poco meno di 51 milioni di italiani dai 16 anni in su, entro settembre recita il piano del generale Figliuolo. Ieri mattina erano 6,4 milioni le dosi somministrate con una media di 170mila al giorno (10 regioni e 2 province autonome sono oltre il 90% di dosi somministrate), ma solo un italiano su tre nella fascia 80 – 89 anni ha ricevuto almeno una dose di vaccino. Il governo punta a salire fino a 500mila. Il collo di bottiglia sono le forniture: Astrazeneca ha annunciato l’ennesimo ritardo venerdì; il nuovo vaccino approvato, Johnson&Johnson, arriverà ad aprile e già è stato comunicato un taglio. Tra aprile e giugno, se non ci saranno intoppi, l’Italia dovrebbe ricevere una media di 17,4 milioni di dosi al mese per un totale di 52.477.454, una cifra inferiore di oltre 12 milioni rispetto ai programmi iniziali.

IL PIANO DELINEA «una governance accentrata a fronte di una esecuzione decentrata». Tre le linee operative: approvvigionamento e distribuzione (con ulteriori 84 milioni previsti prima dell’autunno); monitoraggio dei fabbisogni con interventi mirati sulla base degli scostamenti dalla pianificazione, una riserva vaccinale dell’1,5% per esigenze impreviste, risorse aggiuntive verso aree cluster e in stato di particolare necessità; capillarizzazione della somministrazione, incrementando la platea dei vaccinatori e il numero di punti vaccinali.
Già sottoscritti gli accordi per utilizzare su base volontaria medici di base (44mila), odontoiatri (60mila), specializzandi (23mila). In via di finalizzazione l’impiego dei medici sportivi, dei medici nei siti produttivi e dei farmacisti. Si potrà anche ricorrere all’assunzione di personale a chiamata, oltre i 1.700 già reclutati. In caso di emergenza in campo anche team mobili.

LA RETE VACCINALE esistente conta ora 1.733 siti. Per l’allestimento di nuovi centri potranno essere utilizzati fabbriche, grande distribuzione, palestre, impianti sportivi (siglato l’accordo con il Coni), scuole, parrocchie con Croce rossa e associazioni di volontariato coinvolte. Le regioni in difficoltà con le prenotazioni (per ora 6) utilizzano la piattaforma di Poste Italiane, impegnata anche nelle consegne delle fiale con la Sda. Il servizio verrà potenziato ampliando prenotazione e recapito dei vaccini. Istituito un tavolo per verificare l’andamento delle attività, coordinato dal commissario con la presenza di Protezione civile ed enti locali.