Il report settimanale dell’Iss fornisce dati allarmanti solo per chi nelle ultime settimane si fosse distratto. Che l’indice Rt sia tornato sopra alla soglia critica 1, e cioè che il contagio sia in espansione, era già chiaro a tutti. Il valore comunicato ieri (1,15) ha il pregio di riferirsi ai soli casi sintomatici, e quindi di eliminare il dubbio residuo che a far salire il numero dei casi fossero i tamponi da green pass. Anche i dati del giorno confermano il trend: 6.764 casi come ieri non si registravano dal 28 agosto. I decessi sono stati 51, ma la tendenza al rialzo riguarda anche i ricoveri, visto che ci sono dodici pazienti in più in terapia intensiva rispetto a ieri. L’incidenza settimanale dei casi (sintomatici o no) sale a 53 ogni centomila abitanti, al di sopra della soglia (50) fino alla quale il sistema di tracciamento regge.

L’INDICE RT è quello più affidabile per prevedere l’andamento futuro ed è quello che preoccupa maggiormente gli epidemiologi, anche se non fa più scattare le restrizioni e le zone a colori. Anche nella scomposizione regionale l’indice risulta quasi ovunque al di sopra di 1, o ci si avvicina molto. Sale addirittura a 1,4 in Umbria e Abruzzo, mentre in Molise (0,73) e Sardegna (0,78) rimane sotto controllo. La fascia al di sotto dei 12 anni di età traina ancora il contagio, spiega il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro presentando i dati, ma il virus «colpisce molto le fasce d’età 30-39 anni e 40-49 rispetto alla 20-29, perché queste hanno una copertura vaccinale più limitata».

Prima dell’aggiornamento settimanale, al mattino il ministro della salute Roberto Speranza aveva convocato una conferenza stampa per fare il punto sulla situazione e soprattutto svelare i piani per il futuro della lotta alla pandemia. Al suo fianco, gli altri pesi massimi dell’apparato messo in campo dal governo: il generale Francesco Paolo Figliuolo e il portavoce del Comitato Tecnico Scientifico Franco Locatelli.

Innanzitutto, ha spiegato Speranza, la priorità delle prossime settimane si concentrerà sulla terza dose, per ora riservata a ultrasessantenni e immunocompromessi. «Lavoreremo dalla prossima settimana per allargare la dose booster anche ad ulteriori fasce di età» ha detto Speranza, contraddicendo gli inviti alla calma di Brusaferro secondo il quale i vaccini continuano a rivelarsi efficaci. Speranza non ha spiegato quali dati abbia in mano per giustificare tanta fretta. Però ha elogiato il green pass: «Ha avuto un effetto incentivante per la campagna di vaccinazione, quindi l’intenzione del governo è continuare ad utilizzare questo strumento». In realtà, le nuove vaccinazioni sono in costante calo, e ora le prime dosi sono meno di 14 mila al giorno in media. Per raggiungere l’obiettivo del 90% della platea vaccinabile servono circa due milioni di vaccinazioni, e quattro o cinque mesi di tempo.

Arriverà prima la decisione sulla proroga dello stato di emergenza, che scadrà il 31 dicembre. Ma al 31 gennaio il governo avrà utilizzato tutte le proroghe a sua disposizione e dovrà rimettere la palla al Parlamento. «Il governo deciderà nelle giornate immediatamente precedenti». La struttura vaccinale servirà ancora, perché è in arrivo il vaccino per l’età 5-11 anni e il pediatra Locatelli auspica che non si riproponga il problema dell’esitazione vaccinale: tra i bambini, ha detto, «c’è una quota piccola ma non irrilevante che, colpita dal virus, necessita di ricovero, talvolta in terapia intensiva. Poche decine hanno perso la vita e alcuni non avevano patologie concomitanti».

ANCHE SUL PIANO delle terapie ci sono novità. L’Agenzia del farmaco sta lavorando per portare in Italia dosi di molnupiravir, l’antivirale della Merck che ha mostrato buoni risultati nella prevenzione dei ricoveri per Covid. E dagli Usa arriva la risposta della Pfizer: il suo Paxlovid, il primo farmaco antivirale specifico contro il Covid-19, in un test su circa 400 pazienti ha mostrato una riduzione del rischio di ricovero dell’89%. Se l’efficacia verrà confermata dall’esame delle agenzie regolatorie, l’azienda statunitense potrebbe accaparrarsi la fetta più grossa del mercato dei farmaci anti-Covid, dopo aver dominato quello dei vaccini.