Stando alle dichiarazioni della vigilia, con ogni probabilità oggi alla riunione di emergenza dell’eurogruppo sulla Grecia ci sarà uno scontro tra approcci diversi per le finanze europee e non solo per quelle di Atene. Il nuovo governo di Syriza si presenta a Bruxelles con un pacchetto di proposte articolate in quattro parti che riguardano: l’ abolizione del memorandum, il dimezzamento dell’avanzo primario, una soluzione ponte per il debito pubblico, gli interventi sociali per far fronte alla crisi umanitaria del Paese, oltre che il finanziamento dell’economia ellenica. Il negoziato condotto dal ministro delle finanze greco, Yanis Varoufakis, sarà sicuramente duro e dovrebbe concludersi nella riunione ordinaria dell’eurogruppo del 16 febbraio. Non è da escludersi che prima dia llora sarà necessario un incontro diretto tra Angela Merkel e Alexis Tsipras.

Questo pacchetto di proposte di Syriza, il cosiddetto «programma-ponte», dovrebbe entrare in vigore dal primo di marzo fino il 31 agosto. Da subito però c’è già chi sostiene che sarà una continuazione in una forma diversa dei vecchi accordi tra Atene e la troika e chi invece parla di un accordo «del tutto nuovo». Di fatto, nel caso fosse varato, il vero new deal tra il governo di Alexis Tsipras e le istituzioni europee sarebbe applicato dal prossimo settembre.

Fino alla tarda serata di ieri era in corso uno scambio continuo di contatti e bozze tra i vertici della Commissione europea e il governo di Atene, anche se a sentire Mina Andreeva, portavoce del presidente Juncker, «i colloqui sono avvenuti in uno spirito di cooperazione positivo ma finora non sono stati fruttuosi». Secondo altre fonti, invece, vicine al Megaro Maximou, sede del governo di Atene, «siamo vicini a un compromesso con il pressuposto che Berlino alla fine farà dei passi indietro». Della disponibilità di tutte le parti a trovare una soluzione di compromesso hanno parlato telefonicamente ieri direttamente il presidente della Commissione con il premier greco, mentre il responsabile del Consiglio di esperti di finanza greco, Jorgos Chouliarakis, si trova da parecchi giorni a Bruxelles per preparare il terreno.

Il neo governo Syriza-Anel ha intenzione, come ha detto Alexis Tsipras durante il dibattito parlamentare sulle dichiarazioni programmatiche del suo governo, di mantenere le sue promesse pre-elettorali, ma ha bisogno anche di tecnocrati esperti nel campo, oltre a ministri «addetti ai lavori», per affrontare la marea dei problemi di carattere economico e le trattattive con i partner europei. Per questo motivo si trova ad Atene Matthieu Pigasse, alto dirigente della agenzia di finanza francese Lazard e consigliere del ministro degli esteri francese, incaricato dal governo greco –per la seconda volta, visto che era stato assunto anche dall’ ex premier Jorgos Papandtreou nel 2010- di assisterlo sui negoziati per il debito, mentre ieri è arrivato, proveniente da Istanbul, dove si e svolto il summit dei G20, l’ex ministro delle finanze messicano, Angel Gurria, segretario dell’ Ocse, l’ Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che fa un po’ da mediatore nelle trattative.

Il piano che sara presentato oggi a Bruxelles prevede l’abolizione del 30% del memorandum, ovvero del vecchio programma concordato tra la troika (Fmi, Ue, Bce) e i governi greci precedenti. Il nuovo programma di transizione, cioé il programma-ponte, prevede dieci nuove riforme da applicare in collaborazione con l’ Ocse (l’organismo di cui il nostro ministro Padoan era capo-economista, ndr).

Nel secondo punto Atene propone la riduzione dell’ avanzo primario dal 3% del Pil previsto dal memorandum all’1,49%, una riduzione quindi drastica, mentre il terzo punto riguarda la riduzione – e non l’ annullamento come prometteva Syriza prima delle elezioni – del debito pubblico. La proposta di Varoufakis sarebbe quella di ridurre il debito attraverso un piano di swap che prevede da un lato la trasformazione dei prestiti in bond derivati collegati alla crescita, i cui interessi cioè possono essere ripagati solo se il Paese cresce, dall’altro la creazione di bond perpetui, ovvero la trasformazione dei bond detenuti dalla Bce in bond che pagano soltanto una cedola.

Il concetto di Atene è a questo proposito giusto: senza crescita nessun Paese è in grado di pagare i suoi debiti. Altrimenti, come è successo finora in Grecia, la crisi diventa sempre piu pesante, visto che gran parte degli aiuti economici finiscono di nuovo sotto forma di interessi nelle tasche dei creditori internazionali. Non a caso, infatti, la banca Lazard caldeggia la cancellazione di 100 miliardi di euro di debito greco in modo che diventi sostenibile. Matthieu Picasse, secondo l’ agenzia Bloomberg, ha detto che un rapporto debito-Pil del 120% nel 2020 è «un obiettivo ragionevole che permette di portare la Grecia in un percorso sostenibile».

Per quanto riguarda la crisi umanitaria, invece, Varoufakis spiegherà che Atene non può piu applicare tutte le misure restrittive nei confronti dei greci. Al contrario, il governo prenderà un insieme di provvedimenti per alleggerire la situazione drammatica in cui si trova la popolazione, misure che sono già stata annunciate da Alexis Tsipras sabato scorso in base al programma di Salonicco di Syriza: e sono l’ aumento del salario minimo dal 2016, il ripristino della tredicessima mensilita per i pensionati, l’aumento della no tax area, servizi sanitari gratuiti per i dissocupati, etc.

E i soldi per sovvenzionare queste esigenze nei prossimi mesi? Bruxelles propone ad Atene un’estensione di sei mesi dei debiti in scadenza, mentre Atene vorrebbe incassare 1,9 miliardi di interessi dai titoli greci detenuti dall’Eurotower e cercherà di emettere altri 8 miliardi di bond aggiuntivi rispetto ai limiti definiti dalla Bce. Inoltre c’è l’ultima tranche di prestiti da 7,2 miliardi di euro che potrebbe essere sborsata dai creditori e incassata da Atene, anche se il neo governo ha congelato ogni riferimento al vecchio memorandum.

[do action=”quote” autore=”Wolfgang Schauble”]«Vogliamo ascoltare qualcosa di vincolante dalla Grecia, se non vogliono un nuovo programma, è tutto finito. Concedere altri sei mesi è un errore»[/do]

Il ministro dell’economia tedesco Wolfgang Schauble gela ogni attesa ed esclude che oggi si firmerò un accordo: «Vogliamo ascoltare qualcosa di vincolante dalla Grecia, se non vogliono un nuovo programma, è tutto finito. Concedere altri sei mesi è un errore».

Nel caso, comunque, che le trattattive a Bruxelles finiscono male, Mosca e Pechino hanno gia espresso il loro interesse per dare una mano ad Atene. «Non l’ abbiamo chiesto noi, sono stati loro a farci una offerta» ha detto ieri Nikos Chountis, vice-ministro responsabile per gli affari europei. «Se non ci fosse un accordo, e noi speriamo che ci sia, e se vediamo che la Germania resta rigida e vuole far esplodere l’Europa, allora avremo l’obbligo di ricorrere al piano B» ha detto in un’intervista Panos Kammenos, partner di governo di Alexis Tsipras e leader del partito nazionalista «Greci indipendenti». «Piano B significa avere i finanziamenti da un’altra fonte. E quest’ altra fonte potrebbero essere gli Stati Uniti, la Russia, la Cina o altri Paesi» ha aggiunto Kammenos.

Intanto il ministro degli esteri greco, dopo il suo incontro ieri a Berlino con il suo omologo tedesco, oggi si trova a Mosca per vedere Sergei Lavrov, mentre il ministro delle Infrastrutture, Panajotis Lafazanis si prepara per un viaggio a Pechino. Il blocco alle privatizzazioni dei porti del Pireo e di Salonicco ha fatto preoccupare i cinesi.