Le alternative milanesi allo strapotere natalizio e all’abbuffata di cenoni e buoni sentimenti sono due: distruggere con violenza liberatoria i pupazzi di neve – ma tanto per cambiare è prevista pioggia – come la piccola Tootie di Incontriamoci a Saint Louis, o approfittare delle strade semivuote e annebbiate per una lunga passeggiata, ascoltando il cuore della città più romantica, dotta e meditativa d’Italia (Alberto Savinio dixit).

Le vie di Milano, si sa, sono particolarmente atte al conversare ma anche durante le feste natalizie ci portano a scoprire innumerevoli suggestioni d’arte e cinema, tristemente in secondo piano rispetto a panettoni e capponi. Si potrebbe allora cominciare con qualche mostra di recente apertura come quella che raccoglie gli scatti inediti di Pier Paolo Pasolini del fotografo Roberto Villa, presente per quasi tre mesi sul set de Il fiore della mille e una notte, protagonisti alla Milano Art Gallery in una mostra che ricrea l’incanto figurativo dell’Oriente privato e arcaico di Pasolini. Per poi transitare in Triennale dove alcuni importanti anniversari sono il fil rouge di due ipertrofiche esposizioni. I cent’anni dalla nascita di Piero Fornasetti vengono celebrati con un itinerario espositivo ampio e riccamente adornato di oltre settecento pezzi che spaziano dai primi esperimenti pittorici alle decorazioni e al design degli anni’70. Decennio che ci catapulta, pochi metri più in là, nella Brescia ferita di Piazza della Loggia, e di una galleria d’arte battezzata Il Banco, ma che pochi anni dopo diventerà semplicemente Galleria Massimo Minini. I quarant’anni di attività di Minini, nome tutelare dell’Arte Povera e Concettuale, sono raccontati attraverso le opere di grandi artisti (Boetti, Anselmo, Fabro, Mulas, Pistoletto e molti altri) transitati negli spazi bianchi e metafisici della galleria, mentre un’ampia selezione fotografica svela il lato gioioso e giocoso degli amici artisti durante i vernissage e gli allestimenti.

Un menù alternativo al cinepanettone viene offerto dalla Cineteca di Milano con la proiezione (in tenitura fino al 30 dicembre) di Model ShopL’amante perduta, straordinario e misconosciuto film di Jacques Demy, sequel non dichiarato – ma nemmeno nascosto – di LolaDonna di vita, esordio del regista francese, Model Shop è il primo film di Demy in terra americana e racconta, con la consueta coloratissima leggerezza intrisa di malinconia, la giornata particolare di un disoccupato in attesa di partire per il Vietnam, e il suo incontro con una modella di foto pornografiche, Anouk Aimée ovvero la già conosciuta Lola.

Un Demy inedito, lontano dalle sue città portuali sospese nel tempo dal canto e dalla magia ma perfettamente intriso nello spirito della controcultura per un film che dipinge le contraddizioni di un’epoca, contrapponendo ragione e sentimento, Francia e America, realismo e meraviglia. La seconda alternativa insomma appare senza dubbio la più sensata anche perché tanto per cambiare è prevista pioggia.