Raccontare la contemporaneità giocando come in una favola tra mistero e tragedia, tra leggerezza e violenza, è un equilibrio non facile, anzi difficilissimo, ma Claudio Piersanti ci riesce partendo da tre personaggi: Serena, una ragazza molto timida, Dario, un vecchio professore un po’ pazzo, infine una casa, terzo vero protagonista di La forza di gravità (Feltrinelli, pp. 298, euro 18). Il romanzo si muove con delicatezza lungo i confini della verosimiglianza, cerca nell’irrealtà lo spazio necessario a un racconto totale entro cui le incongruenze, le didascalie e le inesattezze del reale più che scontrarsi si rivelano definendo il carattere di una narrazione pura e ostinata. Serena diviene così – da allieva del vecchio professore oltre che vicino di casa – il sostegno per Dario ormai pronto ad abbandonarsi alla forza di gravità lasciandosi andare ai ricordi e ai deliri che invadono la sua mente.

IL LEGAME tra i due è sottolineato dal condominio di un quartiere semi-periferico di una grande città: la cucina, la pulizia e lo sporco insieme, la biblioteca e la sala da pranzo. La casa cambia in continuazione con il rapporto dei due, con lo stato di salute di entrambi. Il sentimento che attraversa l’intenso e a tratti doloroso romanzo di Piersanti è l’abbandono, andare alla deriva è il desiderio che verga le pagine di un libro denso di malinconia, non tanto per un mondo andato e dimenticato, ma per l’impossibilità di poter giocare ancora in uno stato di libertà che sembra restringersi giorno dopo giorno, sottolineando la follia crescente del professore e in un certo senso la timidezza di Serena concentrata sì sui libri e sui propri desideri, ma come il vecchio amico sempre più staccata dagli altri, gli amici e i possibili amanti che le si avvicinano come meteore.

IL MONDO configura un ostacolo, le relazioni si restringono e quando nascono sono spesso fonte di rischio di esplosione di una violenza imprevedibile e fortissima. La forza di gravità racconta così di un movimento che pare essere inesorabile dentro al quale Dario e Serena, nonostante tutto, si oppongono con la forza dei loro corpi e dei loro desideri.
La forza di gravità racconta così di quell’ostinazione particolare che è necessaria oggi quando l’irreale sembra piombare tra i nostri giorni mutando l’ovvio in una naturale forma di resistenza civile, Piersanti scioglie tutto in chiave narrativa, i continui riferimenti a Pinocchio che diviene una guida necessaria per Dario prima di affrontare la notte, raccontano molto della fiducia nella letteratura di un autore sì periferico ma fondamentale per capire lo scenario letterario italiano e la sua società degli ultimi trenta anni. Nel libro non c’è spazio per banali rassicurazioni perché non è questo più il tempo, perché la metropoli sembra prendere lo spessore e l’odore di un corpo solo all’alba o quando cala la notte. Solo lontano dagli infingimenti e dalle false rassicurazioni da rigenerazione urbana la città sembra restituire seppur nella bruttezza la sua necessaria vitalità.