Da diciotto anni a questa parte è stato il simbolo di un nuovo modo di fruire la musica: gli mp3, gli iPod, i download legali e non. iTunes, l’app di Apple dedicata appunto alla musica, ma anche ai video e ai podcast, è già il passato. Il nuovo amministratore delegato di Apple Tim Cook ha annunciato il suo pensionamento alla Worldwide Developers Conference a San Jose, in California, dove ha spiegato che l’ormai obsoleta iTunes – troppo lenta e farraginosa nell’epoca della velocità assoluta – sarà rimpiazzata da tre diverse app. Una per la musica, una per i podcast e Apple Tv, la piattaforma streaming che verrà lanciata questo autunno come Disney Plus per entrare a pieno titolo, insieme anche a Netflix e Amazon, nella «guerra delle piattaforme».

PROPRIO l’arrivo di Apple Tv è il motivo per cui la «scomparsa» di iTunes – che ha debuttato il 9 gennaio 2001 come piattaforma di archiviazione musicale ed è poi diventata anche uno store da cui scaricare la musica legalmente – non giunge affatto come una sorpresa, ed era anzi già prevista da tempo. Sulle produzioni originali della sua piattaforma streaming Apple ha già speso circa due miliardi di dollari, coinvolgendo fra i tanti anche Steven Spielberg e la sua Amblin Pictures che per la compagnia fondata da Steve Jobs produrrà il remake di Storie incredibili, la serie tv da lui stesso creata e diretta andata in onda fra il 1985 e il 1987 sulla Nbc (in Italia è arrivata molto dopo, nel 1993, su Raiuno). E ci sarà anche Little Voice, una serie prodotta da J.J. Abrams e Sara Bareilles ambientata nella scena musicale di New York.