A soli sei giorni dal voto per le Regionali, il Pd riunisce i suoi big – Zingaretti, i ministri Gualtieri, Boccia e Provenzano – e benedice la decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto. Dal punto di vista politico si tratta di una svolta: dopo anni di attriti, il partito democratico si allinea alle posizioni di Michele Emiliano, sebbene molte siano le incertezze sul piano presentato e sulla sua reale fondatezza. Dal punto sindacale invece la mossa attira le critiche di Fiom e Uilm e non sembra dunque avere effetti positivi sul voto di domenica a Taranto e sul testa a testa fra Emiliano e Fitto.
Il Partito democratico chiede «una vera e propria svolta» per l’ex Ilva, constatando che «purtroppo il modo in cui si tentato di coniugare salute e lavoro si è rivelato inefficace». Nel documento «Taranto capitale del Green new deal» il Pd impegna il governo su quattro punti: «ciclo integrale» in grado di tutelare la salute di cittadini e lavoratori e salvaguardando, in ogni caso, i livelli occupazionali»; «l’utilizzo del Just Transition Fund» europeo e del «Recovery Fund per progettare la progressiva decarbonizzazione»; usare «la fiscalità di vantaggio, il rafforzamento delle Zes (zona economica speciale, ndr) e il credito d’imposta in ricerca e sviluppo rafforzato al Sud». Infine, viene chiesto «un tavolo» che possa realizzare quanto previsto nel piano del Pd per la Taranto Verde».
«La decarbonizzazione di Ilva sarà tra le priorità del Recovery Plan italiano», promette il ministro dell’Economia, Roberto Gualteri, in conferenza stampa al Nazareno. «È una strada difficile, ma non ce ne sono altre. Questo progetto ha dei capisaldi: mantenimento dei livelli occupazionali e produttivi». Poi l’aut aut all’attuale proprietà: «Il governo investirà in questo progetto e se Mittal non dovesse essere d’accordo troveremo altri interlocutori».
«Lo Stato italiano è in debito con Taranto, dobbiamo cominciare a saldare questo debito nel più breve tempo possibile». gli fa eco il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano.

[do action=”quote” autore=”Roberto Gualtieri”]La decarbonizzazione di Ilva sarà tra le priorità del Recovery Plan italiano, investiremo nel progetto e se Mittal non fosse d’accordo troveremo altri interlocutori[/do]
«La politica sta tornando a parlare il linguaggio delle persone e a darsi obiettivi coraggiosi, non necessariamente vantaggiosi solo per il mercato o il pil», commenta il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, che dopo aver cambiato idea parecchie volte – era favorevole al piano Calenda che non prevedeva alcuna decarbonizzazione e migliaia di esuberi – è ora su posizioni più ambientaliste.
Posizioni da tempo portate avanti dal ministro pugliese Francesco Boccia, storico amico di Michele Emiliano – «decarbonizzazione totale e senza condizioni» – che però è più pessimista sull’esito delle trattative con Mittal: «Ora siamo al 25% circa dell’attività – spiega Boccia – la richiesta fatta di cassa integrazione è un’indicazione chiara di scelta che Mittal sta facendo».
Proprio da ieri infatti a Taranto sono partite altre 9 settimane di cassa integrazione Covid per 4.500 addetti su 8.200 totali. E la mossa del Pd viene definita «fuoriluogo» dalla Fiom. «I lavoratori e la città si aspettano risposte sull’oggi. L’unica novità positiva è l’appoggio alla Valutazione di impatto ambientale da noi sempre richiesta – spiega il segretario tarantino Francesco Briganti – . Per il resto il governo a novembre ha accettato da Mittal una modifica al piano industriale che prevede un solo forno elettrico e niente preriduzione: altro che decarbonizzazione. In più sappiamo benissimo che servirebbe una montagna di gas che ora non c’è».
Di «piano fumoso» parla anche il segretario generale della Uilm, l’ex operaio Ilva Rocco Palombella: «È paradossale che ne veniamo a conoscenza della proposta solo a mezzo stampa, dopo oltre tre mesi dall’ultimo incontro e varie sollecitazioni per una convocazione del governo. Le dichiarazioni di Gualtieri con le garanzie occupazionali e ambientali, sono in totale discordanza con la realtà attuale in cui versano gli stabilimenti».