«La vittoria di Renzi segnerà una mutazione del Pd. Finisce il patto fra ex dc ed ex pci. E anche per Sel sarà un cimento impegnativo. In Renzi convivono populismo dolce e tecnocrazia liberista, che invece in tutta Europa si combattono». Il rottamatore rischia di terremotare i rapporti a sinistra. Per questo Massimiliano Smeriglio (Sel), vice di Zingaretti alla regione Lazio si dispone a achiviare «quello che abbiamo pensato fin qui».

Contrordine compagni? Alleanza a rischio?

Oggi dobbiamo insistere su una coalizione che esprima due culture politiche: quella del Pd di Renzi e quella della sinistra riorganizzata. Ovvero lo spazio per Sel. Non è il rimescolamento che auspicavamo, ma oggi lo scenario è cambiato. La corsa di Renzi sarà breve, forse 6-8 mesi, ma in quei mesi si consumeranno vicende decennali. E molte persone di sinitra lasceranno il Pd, in silenzio.

È la ’ scissione silenziosa’ di cui parla D’Alema?

Sì, e non importa quello che accadrà nei gruppi dirigenti. Sel deve essere un polo attrattivo, dialogando con chi, nel Pd, ha tenuto le posizioni più limpide: Civati, Puppato e i mondi che si sono messi in moto intorno a loro. Sel deve essere un approdo per quel mondo che nel Pd sarà in sofferenza.

Civati ha già detto che non uscirà dal Pd.

Civati si troverà in un meccanismo stretto. E dalla parte nostra forse l’idea di un’organizzazione di campo come avviene a destra è praticabile.

Renzi però sembra l’erede della vocazione maggioritaria di Veltroni, vuole attirare dentro Sel e quel che resta di Scelta civica.

Questa opzione ha fallito quando era gestita da Veltroni, che ha un appeal a sinistra. Se qualcuno vuole rifare questa strada non avendo neanche la storia di Veltroni, ci rivolgeremo altrove. Ma Renzi non credo che si farà bastare un partito magari al 30 per cento ma che di nuovo perde le elezioni .

Sel ha in mente un ricambio?

Il congresso di Sel deve uscire dalla clandestinità, pensare a riarticolare il rapporto con il centrosinistra e alle europee. Questo passa per una rigenerazione, un traghettamento guidato da Vendola, l’unico in grado di mettere insieme il nostro mondo. Rinnovare non significa solo cambiare segreteria, cosa che non si può anche per le difficoltà che vive Sel.

La vicenda dell’Ilva appanna la vostra immagine.

Molti attaccano una figura limpida come quella di Vendola. Ma una sfumatura inopportuna in una telefonata privata non vale le decine di atti concreti per la tutela della salute dei cittadini di Taranto.

Sel si rivolge agli scontenti del Pd. Agli scontenti di sinistra no?

Sì, ci sono segnali di disgelo e di ripresa di dialogo. E quel po’ che c’è di processi sociali sono benedetti. Ma il vincolo resta non sottrarsi alla costruzione di una sinistra di governo. Non dobbiamo fare i grilli parlanti, almeno noi.