Il Mes «non è più il Fondo Salva Stati», «l’Eurogruppo lo ha trasformato in un Fondo Salva Salute il cui utilizzo prevede come unico vincolo che le sue risorse siano usate per contrastare il virus», «Se invece la finanza pubblica (dell’Italia, ndr) è così in ordine da non aver bisogno di queste risorse per regioni, ospedali, sanità pubblica, attrezzature, ricerca, futura acquisizione e distribuzione del vaccino, potrà farne a meno e sarà un bellissimo gesto di solidarietà mettere questi 14 miliardi a disposizione dei paesi che ne avranno bisogno». Sul filo del paradosso, in un’intervista a Repubblica, il presidente dell’europarlamento David Sassoli esprime il pensiero che nel Pd hanno in molti. Ma che nessun altro, tranne lui, può pronunciare ad alta voce per non indebolire Conte nel difficile compito di trattare a Bruxelles e contemporaneamente evitare l’esplosione dei 5 Stelle, che alla parola «Mes» vedono rosso. Ma proprio il no «a prescindere» al nuovo Mes rende ancora più difficile – è un eufemismo – l’ottenimento di quei bond che sono ancora l’obiettivo dichiarato di Palazzo Chigi. «Noi abbiamo sempre detto che il Mes non ha la dimensione adeguata per mettere in campo le risorse necessarie, ci stiamo concentrando sugli eurobond e sul Fondo per la rinascita», spiega il ministro Gualtieri, «Ci siamo impegnati per i paesi che ne faranno richiesta, ma il nostro obiettivo è più ambizioso».

Mancano meno di due settimane alla riunione del Consiglio europeo ma è difficile capire il punto di caduta della trattativa. E così nella breve sospensione pasquale il Pd ancora una volta si ritrova inchiodato al ruolo della forza responsabile, quella che assai più dei 5 stelle sorregge le scelte del premier. E fa da coperchio sulla pentola in ebollizione della maggioranza. «Il governo sta procedendo compatto», giura il ministro delle politiche Ue al Mattino, respingendo le indiscrezione su una spaccatura fra Pd e 5 stelle.

Ma sotto la patina dell’ufficialità la spaccatura ormai si intravede bene. Nonostante la prudenza, i segni affiorano. Alla voce frizioni, per esempio, va rubricata la proposta del gruppo Pd alla camera di una «tassa di solidarietà» lanciata dal presidente dei deputati dem Delrio e accolta con freddezza da Conte e dal resto della maggioranza («Una follia» per le destre). Ieri il segretario Zingaretti ha archiviato l’iniziativa come «un contributo alla discussione».

Dal Pd parte anche uno scudo di protezione per l’attacco discutibile – per l’occasione in cui è stato sferrato – dell’inquilino di Palazzo Chigi verso le destre, venerdì sera in diretta tv a proposito della vera paternità del Mes. Ma i conflitti sembrano non finire mai: il ministro Boccia difende il governo dall’accusa del presidente lombardo Fontana di non aver ancora ricevuto i fondi per la cassaintegrazione. «A stasera non risultano, da parte della Regione Lombardia, richieste all’Inps sugli anticipi per la Cig; già avanzate, invece, da altre Regioni», replica Boccia, «Dispiace notare il tentativo di innescare l’ennesima polemica che risulta, però, anche stavolta, infondata».

Anche Zingaretti prova a sminare il campo di Palazzo Chigi. Non c’è solo l’incertezza della trattativa con il Consiglio d’europa. C’è anche il fronte del contagio, in rallentamento ma certo lontano dalle soglie di sicurezza: il leader Pd, lui stesso guarito da pochi giorni dal Covid, teme che la fretta di concludere il lockdown si trasformi presto in un boomerang. Le «comunicazioni» del premier non sono state in grado di mettere un argine alle pressioni per «riaprire» subito. Risultato: nonostante la proroga della stretta fino al 4 maggio – tranne alcune categorie del commercio, che riapriranno le saracinesche il 14 aprile – ieri pomeriggio nelle chat del Pd circolavano video delle lunghe file di automobili in fila per uscire dalla Capitale alla vigilia della Pasqua. Francamente difficile credere che tutti i conducenti avessero davvero «comprovate esigenze» di spostamento verso le mete fuoriporta. L’appello di Zingaretti su facebook è quasi drammatico: «Restate a casa. Rischiamo nuova ondata di contagi. Attenzione», «L’irresponsabilità di alcuni rischia di mettere a repentaglio tutta un’intera comunità e i sacrifici fatti».