Il Pd roma: «Staccarsi da Marino è un suicidio»
Nuova puntata della tormentata vicenda del Pd romano. Ieri, aprendo l’assemblea, il segretario Lionello Cosentino, uomo di polso che tenta di dipanare il ginepraio, ha cercato di convincere i suoi che «mollare» Marino per il Pd sarebbe «un suicidio politico».

«Credo che non giovi né all’amministrazione né al partito questo continuo tira e molla di critiche e pettegolezzi sul rimpasto». In questi giorni le testate romane segnalano grandi fibrillazioni nella maggioranza capitolina, dopo le dimissioni dell’assessora al Bilancio, gradite ai dem. «In questi mesi abbiamo lasciato passare l’idea di un partito che prende distanze dal sindaco e dalla giunta e guarda l’amministrazione come un governo amico, e non di cui fa parte», ha insistito, «È completamente sbagliato» e controproducente per tutto il Pd. «Se saremo spettatori che guardano in maniera disillusa all’azione amministrativa saremo visti come gli autori del fallimento, un vero e proprio suicidio politico». I dirigenti e i consiglieri smettano dunque «di parlare di rimpasto, ora il primo obiettivo di tutti deve essere il salto di qualità con ambizioni europee della macchina capitolina e delle aziende, facendo capire che il Pd è in grado di migliorare dove governa, perché è questo il primo elemento di valutazione da parte dei cittadini».