Non è piaciuta praticamente a nessuno la trovata del ministro delle sviluppo Carlo Calenda, neo tesserato Pd, che ieri ha proposto un governo di transizione con dentro tutti i partiti con la contemporanea costituzione di una commissione parlamentare per le riforme istituzionali. Il Pd, cioè, non solo dovrebbe fare il governo con Salvini, Di Maio e Berlusconi ma tutti assieme dovrebbero contemporaneamente riscrivere la Costituzione. Naturalmente non potrebbe mancare, per assicurare «esecutivi stabili», anche una riforma della legge elettorale.

Prima Salvini e poi Di Maio hanno detto che per parte loro questa proposta è irricevibile. Mentre la parte renziana del Pd ha fatto sapere che si tratta sicuramente di una trovata intempestiva. L’iniziativa, ha detto ancora Luca Lotti, «spetta ad altri, a chi il 4 marzo ha avuto più consensi».
Ma il ministro dello sviluppo, che pure aveva benedetto la linea renziana del non fare mai accordi con i 5 Stelle, sostiene adesso che il pd ha il dovere di fare una proposta «per uscire dal vicolo cieco». Uno schema di governo «non politico» che – precisa poi il ministro dopo la pubblicazione di una sua intervista su Repubblica – deve avere dentro proprio tutti e non solo Lega, 5 Stelle e Pd. Anche Forza Italia, dunque, che forse è l’unica a poter essere interessata e così evita qualsiasi commento.

«A Calenda vengono meglio i tweet che le interviste», risponde il presidente del Pd Orfini, e come lui altri renziani stoppano immediatamente la tentazione. «È una fuga in avanti», dice il senatore Parrini. E il deputato Rosato ricorda che «la direzione del partito ha votato in modo alternativo rispetto a M5S e Lega». Anche se lo stesso Rosato spiega che c’è «una disponibilità forte a dialogare con chiunque riceva il mandato. Sta nelle cose e nella Costituzione, sicuramente non ci tireremo indietro».

Da Renzi nessun commento, l’ex segretario era a Doha, in Qatar su invito dell’emiro per partecipare all’inaugurazione della biblioteca nazionale. Con l’occasione ha visitato gli uffici di Qatar Airways, che ha acquistato la compagnia italiana Meridiana.
Nel frattempo il reggente Martina ha partecipato alla direzione regionale del Pd in Emilia Romagna, dove ha confermato la sua candidatura alla segreteria quando si terrà finalmente l’assemblea nazionale più volte rimandata. E ha detto che «si vede chiaramente come chi ha prevalso il 4 marzo non è in grado di dare una prospettiva seria al paese» e che «stiamo assistendo al disfacimento del centrodestra». In attesa che Mattarella chiami.