Tre ore di chiacchiere a tutto campo, riforme, economia, giustizia, un po’ di calcio che non guasta mai e naturalmente le barzelette, che di quelle l’ospite onorato ne ha sempre una riserva pronta. Silvio e Matteo, a palazzo Chigi di buon mattino. Due amiconi di ottimo umore, gasatissimi. Una coppia come la nostra chi l’ammazza? Però l’ex premier un timore ce l’ha e un paterno consiglio deve darlo: «Attento all’Europa Matteo, che non ti facciano lo scherzetto che hanno fatto a me». Con loro i fedelissimi: Verdini e Letta da Arcore, Guerini e Lotti con il fiorentino. Una rimpatriata.

Lo scambio di opinioni dura tre ore buone, dalle 8 alle 11. Clima ottimo e conclusione rinviata al prossimo convivio. In settembre. Sul tavolo doveva esserci l’Italicum, e infatti c’era. Però non era il piatto forte perché nel frattempo, inurbana e indiscreta, la crisi è tornata a imporre la sua primazia. Se ne è parlato più che della famigerata legge.

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Sulla quale, peraltro, i due soci hanno concluso poco. Ok, un ritocco al progetto iniziale ci può stare, concede il pregiudicato. Però «senza stravolgimenti»: l’impianto quello era e quello deve restare. Il mercato, anzi il mercanteggiamento, ha le sue regole e nessuno le conosce quanto Berlusconi. Alfano aveva fatto ieri la sua offerta al ribasso: soglie del 2% per chi si coalizza e del 4% per i solitari. Il suo ex padrino politico parte dall’estremo opposto: 4% in coalizione e 8% per chi sceglie il dorato isolamento. Non ci credono né l’uno né l’altro, ma è così che si contratta e il punto di mediazione lo scopriremo solo in settembre. Se non oltre.
Ma Berlusconi non si accontenta e spende il suo potere di interdizione: o l’abbassamento delle soglie o la reintroduzione delle preferenze. L’uno e l’altra, non se ne parla. Sarebbe appunto uno «stravolgimento». Una risposta definitiva Renzi non la dà perché non può darla. Di qui alla quarta puntata del serial dovrà mediare con un bel po’ di simpaticoni: i centristi, che anche ieri hanno ripetuto che loro il cambiamento lo vogliono «reale»; il presidente della Repubblica, che ogni tanto si ricorda persino di dover garantire il rispetto della Costituzione, e in quei casi è un guaio. Poi ci sono i soliti dissidenti, che nel Pd almeno un belato lo fanno sentire sempre. Più passa il tempo, più scoprono l’acqua calda, al secolo i vantaggi del mattarellum e dei collegi rispetto al pasticcio partorito dalla strana coppia.

Di fronti aperti, insomma, ce ne sono a mazzi. Ma nessun problema. Renzi è un tipo ottimista. Uscito rinfrancato dall’incontro prende carta e penna, scrive ai parlamentari del Pd e gli spiega che tutto andrà a gonfie vele. E chi non gli dà retta o è gufo o lavora all’Istat.

Ma l’Italicum, stavolta, non può tenere banco come negli auspici. Perché i conti, maledetti loro, sono quelli che sono e in autunno Renzi avrà bisogno del soccorso azzurro quanto e più di quanto gli è stato necessario per imporre la riforma costituzionale. Magnanimo, il compare glielo garantisce. Quando necessario arriveranno i voti, e soprattutto verrà imposta la sordina ad attacchi troppo distruttivi sul Pil, la mancata ripresa e bazzecole del genere. Di fatto Fi è già un partito della maggioranza, anche se gli italiani non devono saperlo sennò si storcono.

Ma in cambio, cosa chiede Silvio il generoso? Ufficialmente niente, e proprio per questo, ieri, le sue truppe erano inviperite. Certo, la scelta in comune del prossimo presidente della Repubblica, faccenda probabilmente imminente, è nell’ordine delle cose, una di quelle clausole che nemmeno serve nominarla apertamente tanto è ovvia. E per Berlusconi i buoni uffici del prossimo capo dello stato diventeranno prima o poi, ma più che prima che poi, decisamente, importanti. Però, possibile che sia tutto qui? Davvero il capo azzurro è pronto a offrire il suo appoggio di fatto pieno al governo senza chiedere in cambio un riconoscimento ufficiale, qualche ministero, almeno un ingresso a pieno titolo nella maggioranza?

Per il momento sì. L’uomo, si sa, deve tenere conto di diversi interessi, e per ora quelli dell’azienda e quelli riguardanti la fedina penale fanno premio sul resto. Ma non si può mai dire. L’autunno sarà lungo ed è già fitto di incognite. Come la tempestosa fase svilupperà è tanto incognito quanto la versione finale dell’Italicum. Di certo c’è solo che la coppia più bella del paesetto è decisa ad affrontarla spalla a spalla. Dispensando ottimismo e macinando propaganda. Crepi l’astrologo, e crepi pure l’Istat.