Il nome è tutto un programma: «patto della fabbrica». Se lo è inventato il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia per dare un po’ di enfasi giornalistica ad una trattativa che si trascina da anni. Si tratta del rinnovo del sistema contrattuale con Cgil, Cisl e Uil: dovrebbe definire i criteri con cui fissare gli aumenti salariali nell’epoca della post inflazione.
Lunedì la stessa Confindustria ha fatto circolare la notizia che la firma dell’accordo sarebbe vicina. Oggi sono prontamente arrivate le smentite dei sindacati.
Lo fa direttamente Susanna Camusso. «È un confronto che dura ormai da un tempo infinito, con molte altre associazioni le intese sul modello contrattuale – penso agli artigiani, alle piccole imprese e a Confcommercio – l’abbiamo fatto ormai molti mesi fa. Questo indica a mio avviso le difficoltà che ci sono dentro Confindustria a individuare un orientamento, come abbiamo anche misurato nella difficoltà dei rinnovi contrattuali, una parte dei quali sono tuttora in corso», ha continuato Camusso definendo il confronto con gli industriali «faticoso» e che ruota in particolare intorno «a un’idea, che – come noto – non condividiamo, ossia quella che aumentare i salari non faccia parte delle politiche economiche necessarie per uscire da una stagione che è ancora di grande incertezza». La verità dunque è che «sono in corso semplicemente degli incontri tecnici, non è previsto nessun incontro formale». Il segretario generale della Cgil ci tiene poi a precisare che il testo non tratta il tema del «salario minimo orario»: «Penso che non dobbiamo fare nessun inseguimento di una campagna elettorale che in questo momento mi sembra densa di grandi annunci e di poche proposte concrete», sottolinea. «Abbiamo interesse a fare un accordo sui modelli contrattuali perché continuiamo a ritenere i contratti nazionali un punto fondamentale di tutela delle condizioni dei lavoratori, ma abbiamo interesse a fare un accordo se risponde a queste esigenze: in Italia c’è un problema di aumento dei salari», ha concluso Camusso.
Sulla stessa linea anche la Uil. «Sulla riforma del sistema contrattuale non c’è ancora un testo condiviso, ma una serie di appunti che abbiamo sottoposto alla discussione con le nostre categorie interessate al confronto», spiega la segretaria confederale Tiziana Bocchi, aggiungendo che «la Uil sta lavorando per giungere ad un’intesa nel più breve tempo possibile, ma la fase tecnica è ancora in corso. Il percorso va definito prima tra le tre organizzazioni sindacali e, successivamente, con la Confindustria. Nei prossimi giorni proseguiranno gli approfondimenti tecnici tra le parti», precisa. La Cisl discuterà del tema con le categorie domani.