Un giorno storico per il Cile. Dopo un lungo e acceso dibattito, la Camera dei deputati ha approvato un progetto di legge che depenalizza l’aborto in tre circostanze: rischio di vita per la madre, malformazione del feto e stupro. Per 66 voti a favore e 44 contro, il parlamento ha approvato la legge tanto attesa dalle donne e fortemente contrastata dai settori conservatori, che promettono battaglia in Senato e anche con il ricorso alle massime istanze giuridiche: dopo aver subito probabili emendamenti peggiorativi, il progetto potrebbe infatti passare all’esame di una terza istanza formata da deputati e senatori e chiamata Commissione mista, e poi addirittura al Tribunal Costitucional. Intanto, il testo prevede la cosiddetta «obiezione di coscienza» da parte dei medici contrari all’interruzione di gravidanza.

Insieme al Nicaragua e al Salvador, il Cile era rimasto l’unico paese dell’America latina a proibire totalmente l’aborto. Un’altra perversa eredità della dittatura militare di Augusto Pinochet, che spazzò via il governo socialista di Salvador Allende l’11 settembre del 1973. L’interruzione di gravidanza è stata possibile fino al 1989, quando Pinochet l’ha vietata in tutte le forme possibili. Il ritorno alla democrazia della Concertacion, «si è dimenticata delle donne, salvo per portare avanti riforme che hanno rafforzato la divisione sessuale del lavoro e i ruoli tradizionalmente destinati a noi», ha detto alla stampa l’avvocata Laura Albornoz, exministra del Servicio Nacional de la Mujer. E la deputata comunista Camila Vallejo, ex dirigente del movimento degli studenti che si è battuta a favore dell’aborto ha aggiunto: «Se gli uomini potessero partorire, l’aborto sarebbe legale da molto tempo».

Le destre hanno condotto una feroce campagna terroristica, arrivando a paragonare la depenalizzazione dell’aborto al ritorno alla schiavitù. «Possiamo dire che il governo militare o la dittatura, come si vuole chiamarlo, ammazzava gli adulti. Voi uccidete le persone prima che nascano. Qual è la differenza fra questi due crimini?» ha detto il aula il deputato Manuel Garcia. «Avanzare in questo dibattito è stato un chiaro segnale di rispetto dei diritti umani delle donne», ha affermato invece la ministra del Sernam, Claudia Pascual.