Un po’ come il mitico vaso di Pandora che una volta aperto riversò sul mondo tutti i mali che custodiva, così l’improvviso licenziamento del cardinale Becciu, che ha perso le prerogative del cardinalato e la guida della Congregazione delle cause dei santi, ha scoperchiato e rivelato una serie di ruberie, speculazioni e intrallazzi che partono dalla Città del Vaticano e finiscono a Londra e in qualche paradiso fiscale.

Una rete di prelati, finanzieri e banchieri che avrebbe messo a punto e realizzato un sistematico piano di saccheggio delle risorse vaticane, in particolare quelle gestite dalla Segreteria di Stato – compresi i fondi dell’Obolo di San Pietro –, per un giro di affari di centinaia di milioni di dollari.

Dai tempi di monsignor Marcinkus e Sindona in poi non c’è nessuno che pensa che il Vaticano e i suoi organismi finanziari siano palazzi di vetro trasparenti e cristallini. Quindi nulla di nuovo sotto il Cupolone. Ora però, con le indagini e le carte della magistratura vaticana – e questa forse è l’unica novità positiva degli ultimi anni – e italiana, si va delineando una rete intricata e complessa, estremamente difficile da ricostruire, che evidenzia l’esistenza di un vero e proprio sistema.

Tutto comincia dal famoso palazzo di Sloane Avenue 60 a Londra, le cui pratiche di acquisto, con costi lievitati a dismisura strada facendo, vennero avviate quando in Segreteria di Stato c’erano il cardinal Bertone e Becciu, che si affidarono al finanziere Raffaele Mincione e al banchiere Enrico Crasso (Credit Suisse). Ma il palazzo di Londra, secondo gli inquirenti, sarebbe stato solo l’avvio di «una manovra ben pianificata per realizzare un’ingente depredazione di risorse finanziarie della Segreteria di Stato che non ha eguali», per cui al momento risultano indagate quindici persone – prelati e funzionari della Segreteria di Stato (ma né Becciu, né Bertone), finanzieri, banchieri – per peculato e corruzione. «La Segreteria di Stato – scrivono i magistrati vaticani – ha fatto ricorso a una complessa struttura finanziaria realizzata per non rendere visibile la distrazione compiuta», usando i soldi per speculazioni immobiliari e dirottandoli su conti e fondi esteri.

Le indagini si preannunciano lunghe e soprattutto estremamente complicate. Intanto in Vaticano sono arrivati anche gli ispettori di Moneyval, l’organismo del Consiglio d’Europa che valuta la trasparenza finanziaria e gli standard antiriciclaggio degli Stati.