Scrive, il massimo intenditore (insieme a Luca Boschi), della produzione Disney, Alberto Becattini, la seguente dichiarazione: «La prima apparizione di Donald Duck (Paperino) nei fumetti avvenne proprio in seno alle Silly Symphony, settimanale, il 16 settermbre 1934 nella storia «The little Rel En» (La gallinella saggia e i due fannulloni).
Appena uscì in fumetto Donald non aveva la fisionomia di oggi. Aveva un lungo becco che, appena più tardi assunse le dimensioni e la forma di oggi. Quindi acquisì una fisionomia e una tipicità spiccata e un ben definito carattere proprio e oltremodo delineato. Si trasformò in una sorta di «monello dispettoso e nevrastenico i cui tiri mancini giocati al danni del prossimo gli si ritorcevano regolarmente contro».

Questo carattere del personaggio Papero, sarà sempre presente e costante nell’ambito delle sue ricche avventure giornaliere: un carattere che rivelerà, meglio di ogni altro tipo del mondo dei comics, l’individuo nella società contemporanea con l’incapacità di realizzare le proprie aspirazioni e i propri traguardi (a volte con l’intervento di un avvenimento che tende a giocare un brutto scherzo nel suo entourage).

Donald Duck è, dunque l’interprete delle vicissitudini, e non sono poche, della propria vita senza che da queste ne tragga occasioni di vantaggio e di soddisfazioni. Egli ruota sempre intorno ad un’esistenza che provoca delusioni e sconfitte identificabili con la sorte del soggetto contemporaneo. Egli non è il Topolino, figura vincente straordinaria, temeraria, coraggiosa che conclude le sue storie in chiave positiva e vittoriosa. Del resto si vede il suo ruolo nel new-deal americano, quando l’economia del suo paese sembrava destinata ad un esito disastroso. Se Paperino fosse nato verso la fine degli anni Venti, negli anni del benessere Usa, quando tutto era impostato, compreso Hollywood, al benessere comune, egli non avrebbe salvato nulla, ovvero non avrebbe operato a vantaggio di un risultato affinché le cose andassero verso esiti confortevoli, quindi con un risultato positivo in merito ai gravi problemi di quella società, come invece è risultato per il suo contemporaneo Mickey Mouse.

Successe che tra il 1935 e il 1942 Carl Barks suggerisse una serie di strisce di Paperino, ispirate ai fumetti che eseguiva Tagliaferro (specie quelli intorno a Mickey). Ebbene, una nota curiosa è quella dell’inserimento nelle storie di Paperino, di un cane San Bernardo al quale venne messo il nome di Bolivar. Il fatto di mettere questo nome dell’eroe della rivoluzione latino-americana (esiste uno straordinario monumento nel complesso denominato «Memorial» in San Paolo del Brasile: una meravigliosa struttura realizzata dall’Architetto Oscar Niemeyer), suscitò proteste da parte del governo della Bolivia con una lettera dove si metteva in evidenza che, in quel modo, si collocava in primo piano un’azione offensiva nei confronti dell’eroe Simon Bolivar).

Anche l’inserimento in quelle strisce di un nuovo personaggio a partire dal 1943, cioè Paperina, è da considerare come la sua anima gemella sempre in conflitto con il suo partner.
Dal 1947 ecco dunque Carl Barks a prendere il posto di autore esclusivo di Donald. Posto che assumerà ufficialmente nel 1960 con l’inserimento di storie di personaggi come lo zio Paperone e il fortunato cugino Gastone (oltre ai tre rumorosi nipotini Qui, Quo e Qua): prototipi di un’esistenza cui arrideranno sempre soluzioni a loro favore con evidenti vantaggi.
Paperopoli è sempre presente con edizione italiana, nelle edicole ad opera di una squadra di validi disegnatori, autorizzati dalla casa madre americana, i quali hanno fatto proprie, cioè riflesse nel personaggio, quelle qualità con le quali è nato: un fumetto ingenuo ma autenticamente vero, facile ad incontrare nella realtà di oggi e capace di fare immedesimare il lettore in quelle assurde storie.

Intanto è la Comic Art di Roma diretta dallo specialista fumettologo Rinaldo Traini ad avere pubblicato alcuni volumi su Carl Barks quindi sul mondo di Paperino, compiendo un lavoro utilissimo sul piano dello studio e della ricerca del personaggio a cura di Alberto Becattini e Luca Boschi.

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Dato il successo di queste storie disegnate, non rimane che augurare a Paperino e al suo entourage altri 80 anni di vita per la sua soddisfazione e per la voglia di evasione del lettore di oggi e di domani.