In diretta tv papa Francesco ha usato parole durissime per condannare i più drammatici fenomeni della modernità capitalista: guerre, povertà, disuguaglianze, migrazioni forzate, morti alle frontiere. Tra gli ascoltatori c’era anche chi in questi anni ha adottato leggi e politiche a monte di quei problemi. Nessuno di loro, però, si è sentito chiamato in causa. Anzi.

A Non è l’arena Massimo Giletti ha chiesto a Giorgia Meloni di commentare le parole del papa sui migranti. Lei ha buttato, per la prima volta in mezz’ora, la palla in tribuna. «Sua santità fa il suo, la politica è un’altra cosa – ha detto – Il governo chiede il greenpass agli italiani e niente agli immigrati clandestini che sbarcano». Più originale Matteo Salvini, che si è affrettato a twittare: «Assolutamente d’accordo con papa Francesco». Al leader leghista è piaciuto il riferimento alla Ue per un accordo sulla condivisione dei migranti.

HA INVECE EVITATO di citare le parole pronunciate da Bergoglio poco prima: «Quello che si fa con i migranti è criminale. Ci sono dei filmati sui lager, uso la parola sul serio». E fa finta di non sapere che gli altri paesi europei accolgono più dell’Italia e accolgono anche chi sbarca qui ma continua il viaggio via terra. I dati Eurostat dicono che i rifugiati ogni mille abitanti sono: 24 in Svezia, 18 a Malta, 17 in Austria, 16 a Cipro, 15 in Germania, 10 in Grecia, 6 in Francia e Danimarca. La media Ue è di 6. In Italia sono 2. Chi accoglie di meno? Gli amichetti sovranisti del blocco di Visegrád: Ungheria (1), Polonia (0).

Seguendo l’arco parlamentare ci si imbatte nella reazione di Mariastella Gelmini (Fi): «Non è tempo dell’indifferenza. O siamo fratelli o crolla tutto. Grazie papa Francesco». È la stessa che una volta criticò l’ex premier Giuseppe Conte per il presunto retromarcia sugli F35 e un’altra scrisse: «Gli F35 sono la riaffermazione della sovranità nazionale perché senza un livello adeguato di capacità militare ne uscirebbe indebolita la nostra autonomia militare e di difesa». Gelmini deve aver perso il passaggio in cui il papa ha detto «con un anno senza fare armi si potrebbe dare a tutto il mondo da mangiare ed educazione gratuita». Del resto con lei meglio non parlare di risorse per la scuola.

CHI NON HA PROFERITO parola è Conte, che come il papa è cattolico di rito gesuita. Forse il leader dei 5 Stelle, oltre ai travagli senza fine del presente, cerca ancora perdono per i due governi che ha guidato: quello gialloverde che ha introdotto i decreti sicurezza e quello giallorosa che non li ha cancellati. Non perde occasione per star zitto Matteo Renzi (Iv): «Tante le cose dette dal pontefice che fanno pensare: i lager criminali per fermare i migranti, il ruolo dei genitori nel gioco coi figli, il valore dell’amicizia, il senso dell’umorismo». C’è poco da ridere con chi nel 2014 ritirò la missione Mare Nostrum che aveva salvato 150mila persone perché costava troppo.

L’aveva messa in mare Enrico Letta (Pd) che dopo il discorso di Francesco ha twittato: «Son tantissime le sensazioni e le suggestioni». Ne suggeriamo una: votare No ai finanziamenti alla guardia costiera di Tripoli che riporta le persone nei «lager». Ha ringraziato il papa anche il commissario europeo Paolo Gentiloni. Nel 2017 firmò con Fayez al-Sarraj il memorandum italo-libico da cui i «lager» dipendono.

Maggiore coerenza tra i parlamentari che votano ostinatamente contro il decreto missioni: Nicola Fratoianni (Si), Erasmo Palazzotto (LeU) e Riccardo Magi (+Europa) hanno invitato governo e parlamento a mettere fine agli accordi con la Libia.

UNANIME APPREZZAMENTO al papa è arrivato dalle Ong che ne mettono in pratica le parole tra le onde. Luca Casarini di Mediterranea, che dal Vaticano è sostenuta anche economicamente, ha detto: «Il nostro compito non deve fermarsi al soccorso in mare, dobbiamo aiutare donne, uomini e bambini a fuggire dalle prigioni, dai “lager”».

Per Tiziana Cauli (Sea-Watch): «Troppo facile sottoscrivere gli appelli del pontefice mentre si finanzia chi tortura e respinge». «Il papa, al contrario dei leader politici, anche progressisti, ha chiamato le cose con il loro nome», afferma Veronica Alfonsi (Open Arms). Valeria Taurino (Sos Mediterranée) si è rivolta alla Ue: «Ascolti Bergoglio, ripristini i soccorsi».