Ieri il lavoro, oggi le mafie. Due giorni contrassegnati dalle questioni sociali per Papa Bergoglio che ieri mattina ha incontrato in Vaticano i dipendenti delle Acciaierie di Terni e questo pomeriggio parteciperà alla veglia per le vittime delle mafie organizzata dall’associazione Libera in una parrocchia romana.

«Il lavoro non ha soltanto una finalità economica e di profitto, ma soprattutto una finalità che interessa l’uomo e la sua dignità, la dignità dell’uomo è collegata al lavoro» e «se manca il lavoro questa dignità viene ferita», ha detto il Papa ricevendo in udienza i lavoratori delle Acciaierie di Terni, arrivati a Roma per i 130 anni dalla fondazione (l’atto costitutivo della Società degli altiforni, fonderie e acciaierie di Terni è datato 10 marzo 1884) e alle prese con una crisi industriale o occupazionale che dura da anni e con l’ennesimo cambio di proprietà, dal momento che a metà febbraio la Commissione europea ha dato il via libera alla riacquisizione di Acciai speciali Terni da parte di ThyssenKrupp. La società tedesca proprio in questi giorni sta spostando da Torino a Terni la Linea 5, dove nel dicembre 2007 si verificò l’incidente che costò la vita a 7 operai (per il quale i dirigenti della Thyssen sono stati condannati in secondo grado a pena dai 10 ai 7 anni per omicidio colposo).

Fedele alla tradizione interclassista della Dottrina sociale della Chiesa dalla Rerum Novarum di Leone XIII in poi – la conciliazione e la collaborazione fra le classi invece della lotta di classe -, Bergoglio ha incontrato insieme dirigenti e operai delle acciaierie. E non ha mancato, come peraltro aveva già fatto a settembre durante la sua visita pastorale a Cagliari dove pure incontrò insieme imprenditori e operai, di sottolineare alcuni aspetti problematici della questione lavoro, a cominciare dalla disoccupazione. «È la conseguenza di un sistema economico che non è più capace di creare lavoro, perché ha messo al centro un idolo, che si chiama denaro», ha detto il Papa, invitando «i diversi soggetti politici, sociali ed economici» a «favorire un’impostazione diversa, basata sulla giustizia e sulla solidarietà. Questa parola, in questo momento, rischia di essere esclusa dal dizionario. Solidarietà: sembra come una parolaccia! No! È importante la solidarietà, ma questo sistema non le vuole tanto bene, preferisce escluderla». Disoccupati e sottoccupati rischiano «di essere posti ai margini della società, di diventare vittime dell’esclusione sociale» e di scivolare «nello scoraggiamento cronico o peggio nell’apatia», ha aggiunto Bergoglio. «Non smettete mai di sperare in un futuro migliore. Lottate per questo, lottate. Non lasciatevi intrappolare dal vortice del pessimismo».

All’udienza, oltre ai lavoratori delle acciaierie e a 7 mila fedeli ternani, era presente anche l’amministratore apostolico di Terni, monsignor Ernesto Vecchi, da oltre un anno “commissario straordinario” della diocesi umbra e alle prese con un compito non facile («il problemino che tutti conosciamo», ha ironizzato Bergoglio): sanare un buco di oltre 20 milioni di euro nei bilanci della diocesi lasciato in eredità dal precedente vescovo, monsignor Vincenzo Paglia, guida spirituale della Comunità di sant’Egidio, promosso presidente del Pontificio consiglio della famiglia da Papa Ratzinger.

Invece nel pomeriggio di oggi Papa Francesco parteciperà ad una veglia di preghiera in memoria delle vittime innocenti delle mafie organizzata dall’associazione Libera nella parrocchia di San Gregorio VII, a due passi dal Vaticano. Ci saranno circa 700 familiari di donne e uomini uccisi dai clan. Durante la veglia ciascuno di loro leggerà i nomi dei propri parenti ammazzati e poi anche quelli degli altri che non saranno a Roma. Un lungo elenco – oltre 900 i nomi contati da Libera – che verrà ripetuto anche domani, a Latina, in occasione delle manifestazioni per la XIX Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie. La presenza di Bergoglio, dice don Ciotti, fondatore di Libera, «è un segno di attenzione anche per lo specifico tema delle mafie, della corruzione, delle tante forme d’ingiustizia che negano la dignità umana».