Con il papa che saluta i giovani sulla spiaggia di Copacabana – erano le 18 a Rio e le 23 in Italia – si è aperta ufficialmente la 28ma Giornata mondiale della gioventù.La tappa di ieri però è stata caratterizzata dalla visita di Bergoglio alla comunità di Varginha, nella favela di Manguinhos, 25mila abitanti, incastrata fra una grande arteria stradale ed una ex raffineria, nella zona settentrionale della città. Una comunità nata negli anni ’40 del secolo scorso, quando diversi emigranti dal Nordeste occuparono le terre usate come discarica ed iniziarono a costruire delle abitazioni di fortuna. Una storia simile a quella delle altre 760 favelas di Rio – dove vive oltre un milione di persone, il 22% dei 6 milioni abitanti della città – e delle 6.300 di tutto il Brasile, in cui abitano almeno 20 milioni di persone.
Varginha è una delle tante periferie del mondo «dimenticate dalla politica e dalle autorità», ricorda una giovane coppia che, a nome dell’intera comunità, ha salutato Bergoglio. Il quale poco prima, nel breve tragitto a piedi in mezzo alla folla dalla piccola chiesa di san Girolamo Emiliani fino al campo di calcio dove ha parlato alle diecimila persone radunate per ascoltarlo, era entrato, come da programma, in una delle case della favela per scambiare due chiacchiere. «L’indifferenza delle istituzioni, che non si sono mai curate di questa comunità e che ci hanno sempre lasciati soli dopo le inondazioni che devastano tutto e le sparatorie che si verificano nelle nostre strade, è miracolosamente cessata quando si è saputo della vostra visita a Varginha – ha detto ancora la coppia rivolgendosi al papa – Da quel momento si sono ricordati di noi, hanno pulito e asfaltato le strade (però solo quelle dove è passato Bergoglio, ndr), hanno portato i cassonetti per l’immondizia e hanno garantito maggiore sicurezza a chi vive qui: tutto quello che non c’è mai stato nella nostra quotidianità. Speriamo che tutto questo continui anche dopo oggi».
Un saluto ma soprattutto una denuncia molto circostanziata a cui Bergoglio ha risposto con un breve discorso in cui ha mescolato contenuti sociali – molto generali, mentre la sera prima, in una comunità di recupero per tossicodipendenti, era stato assai preciso nel criticare le proposte di legge di «liberalizzazione dell’uso delle droghe» – e «principi etici non negoziabili». «Vorrei fare appello a chi possiede più risorse, alle autorità pubbliche e a tutti gli uomini di buona volontà: non stancatevi di lavorare per un mondo più giusto e più solidale», ha detto il papa. «Nessuno può rimanere insensibile alle disuguaglianze che ancora ci sono nel mondo. Ognuno, secondo le proprie possibilità e responsabilità, offra il suo contributo per mettere fine a tante ingiustizie sociali. Non è la cultura dell’egoismo, dell’individualismo, che spesso regola la nostra società, quella che costruisce e porta ad un mondo più abitabile, ma la cultura della solidarietà» che consente di «vedere nell’altro non un concorrente o un numero ma un fratello», ha proseguito. «Nessuno sforzo di pacificazione sarà duraturo, non ci saranno armonia e felicità per una società che ignora, che mette ai margini e che abbandona nella periferia una parte di se stessa», «nessuno può essere scartato». È arrivato poi il richiamo ai «pilastri fondamentali che reggono una nazione», che coincidono quasi interamente con i «principi non negoziabili» di ratzingeriana memoria: «La vita, dono di Dio, valore da tutelare e promuovere sempre; la famiglia, fondamento della convivenza e rimedio contro lo sfaldamento sociale; l’educazione integrale, che non si riduce ad una semplice trasmissione di informazioni con lo scopo di produrre profitto; la salute» e «la sicurezza». Infine un appello ai giovani a continuare ad impegnarsi e a «non perdere la fiducia» anche quando vedete «corruzione» e persone che, «invece di cercare il bene comune, cercano il proprio interesse».
Lasciata Varginha un fuori programma, con un rapido incontro con i giovani argentini nella cattedrale di Rio. «La Chiesa esca fuori, sulle strade, non sia una Chiesa chiusa» si difenda «dalla mondanità, dal clericalismo e dalle comodità». Oggi la Gmg entra nel vivo con tre appuntamenti: confessioni, messa e via crucis a Copacabana.