Anche se con parecchi anni di ritardo ieri papa Francesco ha condannato il fallimento della Chiesa nel nascondere gli abusi dei preti pedofili di cui era ampiamente a conoscenza, ma non tutti sono concordi nel riconoscere al pontefice questo «passo».

COLM O’GORMAN, oltre ad essere l’autore dell’inchiesta Sex Crimes and the Vatican, trasmessa dalla Bbc nel 2006, è uno degli attivisti irlandesi più impegnati sulla vicenda degli abusi dei preti pedofili ha criticato su Twitter le parole di papa Francesco al Castello di Dublino. Il papa, ha scritto, «aveva una perfetta occasione per affrontare la questione degli abusi…Ancora una volta ha scelto di non farlo. Ancora peggio, ha tentato di sviare in maniera straordinaria», ha dichiarato Colm O’Gorman. Secondo l’attivista, presidente della sezione irlandese di Amnesty International nonché vittima di abusi di sacerdoti, il papa non ha riconosciuto «la verità provata del ruolo del Vaticano nell’insabbiamento dei tanti crimini compiuti contro così tante persone» in Irlanda, ma si è invece riferito «al dolore e la vergogna per la comunità cattolica». Così facendo, Francesco «continua a suggerire che questa vergogna debba gravare sui fedeli della Chiesa, i normali cattolici».

La storia degli scandali legati alla pedofilia dei sacerdoti irlandesi è complessa e tira in causa direttamente il Vaticano, responsabile per molto tempo di aver insabbiato i casi, senza volerne affrontare le conseguenze.

IL RAPPORTO RYAN, consultabile sul sito childabusecommission.ie, venne pubblicato nel 2009 e fotografa una situazione imbarazzante per la chiesa e terribile per le vittime. Il rapporto è corposo, 3.500 pagine, ed è il frutto di una ricerca conoatta per molti anni in svariati istituti scolastici.
Secondo il rapporto in Irlanda sarebbero avvenuti centinaia di casi di abusi. Sei mesi dopo sarebbe toccato al cosiddetto «rapporto Murphy» ribadire le accuse, associate alle attività da parte della chiesa tese a non fare emergere lo scandalo; in pratica le autorità ecclesiastiche, locali e romane, si sarebbero preoccupate maggiormente di non fareemergere lo scandalo, anziché prendere provvedimenti contro i responsabili degli abusi, garantendo inoltre credibilità alle vittime degli atti di pedofilia.