L’utopia trasparente ha solide basi (anche finanziarie) e poggia su un «building» ingombrante che ridisegna uno dei quartieri più straordinari e stravolti della nuova Milano, l’area di Porta Volta. Il gigantesco palazzo di vetro della Fondazione Feltrinelli, in viale Pasubio, è stato progettato dallo studio di architettura Herzog&de Meuron. È giorno di inaugurazione dopo due anni di lavori, un record per realizzare cinque piani di luce che coltivano l’ambizione di diventare «un luogo di sviluppo delle idee e del pensiero».

Le radici sono ancora più solide del vetro cemento e pescano nella profondità di una storia da rielaborare proprio in tempi di «brutale semplificazione e narcisismo da twitter» – come spiega Carlo Feltrinelli. Al quinto piano, sotto vetro, troneggia la bandiera rossa originale della Comune di Parigi (aprile 1871). Il piano interrato invece è un patrimonio bibliotecario lungo dodici chilometri che raccoglie 270mila volumi, 16mila riviste, migliaia di manifesti e altre «pepite».

Feltrinelli_Porta_Volta_herzog_de_meuron_01_oggetto_editoriale_h495
NON UN MUSEO, tutto è consultabile. Ci sono manoscritti di Marx, per dirne uno che piace citare a Gad Lerner nella veste di presentatore della giornata inaugurale. Ogni livello del palazzo ambisce a diventare spazio aperto per la circolazione delle idee e delle persone: al quinto piano una sala lettura da 250 metri quadri, al quarto e al terzo spazi di co-produzione e di ricerca, al primo e al secondo una sala polifunzionale dove ritrovarsi per sperimentare relazioni nei vari campi delle scienze sociali. Al piano terra, invece, c’è una libreria con annessa caffetteria. I temi enunciati su cui lavorare per non arrendersi al presente sono l’agenda del mondo: globalizzazione, politica, rappresentanza, lavoro, cittadinanza europea e sostenibilità.

IL PROGETTO ha raccolto un coro di consensi dalle istituzioni e dalle imprese sponsor. Si sono tolti il cappello il sindaco Beppe Sala, il governatore Roberto Maroni e il presidente Sergio Mattarella: «Un palazzo della cultura, della ricerca, dell’innovazione che pone una volta di più Milano all’avanguardia». Carlo Feltrinelli, felice come una rock star che corona un sogno, ha ripercorso la storia della Fondazione per lanciare la nuova avventura: «Oggi ci siamo messi in moto per un progetto fuori dal tempo, da questo tempo, ma secondo noi necessario, e che deve tornare attuale. Una nuova sede iconica per una grande casa delle culture sociali, moderna e internazionale: questa è l’idea».