L’epicentro della vittoria del Front National di Marine Le Pen nel primo turno delle elezioni amministrative francesi è un piccolo comune di 27mila abitanti dell’ex bacino minerario del Nord Pas-de-Calais, non lontano dal confine con il Belgio. Si chiama Hénin-Beaumont e qui l’ex responsabile locale della campagna presidenziale di Le Pen, Steeve Briois, ha vinto subito, con oltre il 50% dei consensi. Domenica sera ha risposto già da sindaco alle domande dei giornalisti di mezza Europa, accorsi a documentare i primi effetti dell’«onda nera» che si è abbattuta sulla Francia.
Per cercare di capire cosa sia successo in questo centro della provincia francese divenuto il simbolo della lenta conquista del territorio da parte dell’estrema destra, la giornalista Haydée Sabéran, corrispondente di «Libération» da Lille, ha condotto per mesi un’inchiesta che ha ora riunito in un volume dal titolo «Bienvenue à Hénin-Beaumont, reportage sur un laboratoire du Front National» (La Découverte, pp. 183, euro 15). Frequentando i supermercati e i luoghi di lavoro e conquistandosi la fiducia degli abitanti, Sabéran ha tracciato un ritratto «intimo» degli elettori del Fn e ha esplorato i motivi del loro avvicinamento all’estrema destra.
«Prima di tutto», nota la giornalista, «la situazione di Hénin-Beaumont è specifica. Qui si parla meno di immigrazione e di insicurezza che di crisi sociale e disoccupazione. E, in questa prospettiva, su questi temi, la “vicinanza” espressa dal candidato del Fn è nei fatti, è reale, chiunque può incontrarlo ogni giorno». «Non solo», aggiunge Sabéran, «Steeve Briois ha fatto di tutto per nascondere la sua “immagine Fn” a favore di qualcosa di molto più neutro. Perfino le parole “Front National” erano poco presenti sui volantini distribuiti per sostenere la sua candidatura. La maggior parte delle persone che l’hanno sostenuto e votato si sono identificati con lui, con la sua disponibilità umana più che con il suo essere un esponente dell’estrema destra».
Il Fn non ha però scelto a caso questo centro per farne il proprio «laboratorio sociale», alcune caratteristiche avevano infatti attratto da tempo l’attenzione dell’estrema destra. «In effetti», spiega ancora Haydée Sabéran, «da queste parti il tasso di disoccupazione è tra i più alti di tutta la Francia, supera anche il 20% sia in città che in tutto il circondario». Ma non è questo il solo elemento. «E’ vero», racconta la corrispondente di «Libération», «qui la sinistra ha mollato da molto tempo, fa fatica ad essere presente in modo capillare. Il sindaco uscente della gauche ha 74 anni e il suo predecessore socialista, Gérard Dalongeville, è stato condannato a tre anni per essersi intascato dei fondi pubblici, poi ha fatto appello per potersi ricandidare ma certo non partiva da delle buone premesse. Questo, senza contare che è a lui che si devono in qualche modo le prime vittorie del Fn, da quando, nel 2000 raddoppiò le tasse comunali per riassorbire il deficit che lui stesso aveva prodotto: qualcosa come 25 milioni di euro, un’enormità per un piccolo comune».
Resta da capire adesso cosa ci si potrà aspettare dal nuovo sindaco targato Le Pen. «Credo che farà di tutto, e con lui il suo partito, per fare di Hénin-Beaumont una sorta di simbolo nazionale», sottolinea Sabéran, che aggiunge, «questo, cercando però di non perdere quel profilo “di prossimità” che si è costruito fin da quando è stato eletto consigliere comunale nel 1995. Del resto, Steeve Briois dice di ispirarsi ai metodi del Partito comunista, quando questo era una forza di opposizione potente di fronte al potere dei socialisti».