Il paesaggio del Montefeltro, a cavallo tra Emilia Romagna, Marche e Toscana, è un territorio che, oltre ad essere caratterizzato da elevata geodiversità, presenta un forte aspetto naturalistico costellato da numerosi siti archeologici e storici. Questo ne fa un paesaggio culturale tout court.
È proprio perlustrando e lavorando in questo “paradiso” che, da geomorfologa, insieme ad un’altra studiosa di Urbino, Rosetta Borchia, pittrice e fotografa di paesaggi, abbiamo scoperto che queste terre sono state immortalate pittoricamente dai più grandi artisti del Rinascimento. Abbiamo iniziato così la nostra avventura che ci ha portate, dal 2006 a oggi, a identificare ben sette fondali di paesaggi inequivocabilmente riconducibili alle opere di Piero della Francesca. Dopo qualche anno, grazie all’esperienza acquisita, identificammo il paesaggio della Gioconda. Ancora una volta, il Montefeltro, terra dell’Antico Ducato di Urbino, diventa teatro di una nuova scoperta destinata a scuotere il mondo dell’arte e della cultura.
Sono stati necessari quattro anni di duro lavoro prima di svelare la scoperta finalmente presentata nel dicembre 2012 col saggio edito da Electa «Codipe P, Atlante illustrato del reale paesaggio della Gioconda». Il paesaggio della Gioconda è una veduta aerea estesissima (circa 1000 kmq) del territorio marchigiano-tosco-romagnolo, che rappresenta, appunto, l’antico Ducato d’Urbino. Mentre la Valmarecchia che oggi appartiene all’Emilia Romagna, spicca ed eccelle in primo piano, il resto dell’area dipinta, oltre il massiccio del Monte Carpegna, fino a Senigallia, è ridotta in scala e in alcune parti, compressa, fino a trasformarsi quasi in una carta topografica.
È bene precisare che le ricerche fin qui condotte su Piero e Leonardo sono pionieristiche di una nuova era di studi con metodologie scientifiche applicabili al mondo dell’arte e non solo. Un progetto unico e originale, finora mai proposto o sperimentato.
Dalle iniziali esperienze si è poi maturato e potenziato un metodo sempre più ampio, capace di coinvolgere gli aspetti storici legati al territorio, alle biografie degli artisti, ai documenti dei committenti delle opere, gli aspetti matematici, ecologici e di evoluzione del clima per spiegare le possibili modifiche ambientali. Grazie, alla tecnologia informatica (Digital Elevation Models, Dronefly, Imagery analysis) tutto il territorio è stato rilevato e analizzato. Inoltre il contributo tecnologicamente più avanzato è giunto dall’utilizzo di droni che hanno permesso di effettuare voli virtuali ad alta quota in grado di catturare le stesse aree dipinte da Piero e Leonardo.

paesaggio Piero della Francesca

Lo studio del territorio come analisi scientifica delle componenti che lo hanno formato e modificato – geologia, clima e uomo – costituisce la base per la comprensione della rappresentazione artistica. Gli artisti del Rinascimento, come Piero della Francesca e Leonardo da Vinci e Raffaello Sanzio, hanno definito un nuovo paradigma per lo studio dei paesaggi d’arte partendo dal concetto che dietro una rappresentazione pittorica di un territorio non c’è solo il respiro lirico di un paesaggio ma ad esso si accompagna sempre il rigore dello studio scientifico.
Premesso quindi che i pittori rappresentavano i fondali con estrema fedeltà, come fossero “fotografie”, l’opera diventa un vero documento storico, l’unica testimonianza dell’antica morfologia di quei territori.
Mentre, da cacciatrici di paesaggi, con Rosetta Borchia portavamo avanti le complesse ricerche nel territorio della Valmarecchia, uno storico di Roma, Roberto Zapperi, in collaborazione con la paleografa dell’Università di Urbino, Anna Falcioni, lavorava a ricomporre la nuova identità della Gioconda che non è più la Monna Lisa ma Pacifica Brandani, dama di Urbino e amante di Giuliano de Medici ospite per un decennio a Urbino alla corte di Guidubaldo da Montefeltro.
Alla grande passione e allo spirito di ricerca che da sempre ci ha accompagnato, nel tentativo di ricomporre la verità storica sul paesaggio della Gioconda, è seguito il desiderio, tradotto oggi in un progetto, di dare visibilità ai paesaggi, così da permettere a chiunque voglia attraversare questi luoghi, di ripercorrere i passi dei grandi pittori e giungere, infine, ad ammirare i paesaggi dipinti.
*Docente di Geografia fisica presso l’Università di Urbino