La Biennale architettura di Venezia – che si terrà in presenza dal 22 maggio al 21 novembre, come annunciato appena una settimana fa – tenterà al suo interno un’altra sfida, ospitando nel Padiglione Italia (così promette il suo curatore Alessandro Melis) strani organismi simili al genoma umano, interconnessi fra loro. In realtà, lo sguardo è sui meccanismi di adattamento, cioè sulla capacità di resilienza delle varie comunità, unico fondamento per un rinnovamento dell’abitare e del territorio urbano che dovrà di certo affrontare una transizione per accedere a un futuro (sostenibile) vivere comune.
Così il padiglione delle Comunità Resilienti – sostiene Melis, architetto e docente dell’università di Portsmouth dove è direttore del Cluster for Sustainable Cities – sarà costituito da 14 «sotto comunità». Saranno laboratori operativi e centri di ricerca e proporranno una riflessione aperta sullo stato dell’arte dell’architettura urbana nel nostro paese e nel mondo attraverso l’esposizione delle opere di eminenti architetti italiani e un focus sulle nuove metodologie. Anche qui, come la nervatura concettuale che attraversa tutta la Biennale parola d’ordine sarà interdisciplinarietà. Le sperimentazioni, infatti, avranno a che fare con i campi dell’architettura, botanica, agronomia, biologia, arte e medicina. Nelle intenzioni curatoriali, il Padiglione Italia sarà un dispositivo per la variabilità, mandando in soffitta l’omogeneità estetica deterministica.

«Come il genoma e il cervello umani, sarà una giungla abitata da strane creature dove poter ascoltare un rumore di fondo che è già assordante e che richiede una risposta adeguata, facendo ricorso a nuovi paradigmi della conoscenza». L’aspetto immersivo sarà dunque la forma espressiva privilegiata, attraverso graphic novel, gaming, in toni e modalità di ispirazione cyberpunk, avvalendosi del contributo di maestri del settore per avvicinare il pubblico – anche giovane – a una materia spesso solo per addetti ai lavori.
Il Padiglione Italia, inoltre, in linea con la sua idea di salvaguardia climatica e dell’ambiente, sarà a impatto CO2 quasi zero, con un riciclo e integrazione dei materiali della Biennale d’arte del 2019.