«L’Europa deve fare proprio il faro dell’accoglienza ben gestita e non dei respingimenti». Roberto Fico, considerato rivale di Luigi Di Maio nella corsa alla guida dei grillini, due giorni fa ha parlato all’Ue affinché il M5S intendesse. A proposito delle Ong, messe sotto accusa per primo proprio da Di Maio, Fico è stato esplicito: «È di accoglienza che si dovrebbe parlare, invece di mettere al centro il dibattito sulle Ong che oggi sembrano essere quasi le responsabili dei flussi migratori». La politica dovrebbe smettere di farne oggetto di accusa, perché «se una di loro avesse agito non rispettando le norme, sarà la magistratura ad accertarlo». Non si può parlare, al momento, di vera e propria spaccatura perché la foglia di Fico si rivolge a un M5s determinato ad andare avanti sulla linea dura. Alessandro Di Battista ha rivendicato il copyright sulle mosse del governo accusando Minniti e Gentiloni di aver copiato i 5S. In contemporanea all’uscita di Fico, sul blog di Grillo è apparso un post che ribadisce la congettura sulla complicità tra azioni di salvataggio e manovre degli scafisti. E poi sono arrivate le dichiarazioni dello stesso Di Maio, che ormai da giorni contempla condoni in caso di «necessità» per gli abusi edilizi ma non per la vita degli uomini e le donne che migrano.

Sullo sfondo, le manovre di avvicinamento al raduno nazionale di Rimini dal 22 al 24 settembre prossimi, durante il quale verrà annunciato il nome dell’aspirante presidente del consiglio. Interrotto fino al 19 agosto il tour siciliano del ticket Di Maio-Di Battista, ci si avvicina al voto on line che dovrà proclamare il candidato premier cui spetterà il compito di comporre la squadra di governo. Ancora misteriose le regole. Pare che quelli di Rousseau stiano pensando di adottare una regola pensata apposta per falciare le gambe a chiunque abbia la velleità di sbarrare la strada al vicepresidente della Camera: chi perde le primarie non potrà ricandidarsi come parlamentare per la prossima legislatura.